VOCE
Libri al macero
25.01.2019 - 20:13
Vittorio Sgarbi su Rai Tre
“Rovigo è la città che brucia i libri”. La fatwa è stata lanciata sugli schermi della Rai. Vittorio Sgarbi ha maledetto davanti a milioni di telespettatori i vertici dell’Accademia dei Concordi che hanno mandato al macero quintali di libri, compresi volumi di Toni Cibotto.
“Rovigo è la città che brucia i libri” ha tuonato il popolare e vulcanico critico d’arte. Parole scagliate come massi nello stagno del caso Cibotto. Sgarbi ha parlato in collegamento al programma Linea Notte dopo la mezzanotte. Nel primo collegamento ha lanciato strali contro il progetto, bocciato, di ampliamento di Palazzo dei Diamanti a Ferrara. Poi si è scagliato, come già aveva fatto a Rovigo, definita “bella e dimenticata”, contro la decisione dell’Accademia dei Concordi di liberarsi dei libri donati da Cibotto.
E’ stato un crescendo, il parlamentare ha ribadito che ha denunciato la vicenda alla procura e fatto due interrogazioni parlamentari. Poi ha scandito “che siate maledetti” rivolto ai vertici dell’Accademia dei Concordi, “I libri non si bruciano”. E ha mostrato in diretta Rai le foto dei libri finiti tra i rifiuti. “Queste foto - ha detto - sono state scattate da un operatore della raccolta rifiuti. Ci sono libri di Gramsci, libri di filosofia, di Freud. I testi non si buttano, al limite si regalano, si mettono a disposizioni di tutti. A Rovigo è stato fatto un atto gravissimo, un crimine, e io mi batterò finché non verrà cacciato il pazzo che ha deciso tutto questo. Il presidente dell’Accademia anziché donarli a una biblioteca ha mandato al macero quintali di libri”.
Sgarbi se l’è presa anche col sindaco Bergamin: “Questo scempio è avvenuto in una città governata da un sindaco leghista, che non ha fatto niente, anzi ha detto che va bene”. E pure con la minoranza: “Una città dove mezzo Pd non vuole sfiduciare il sindaco. E come me la pensa anche la vicepresidente dell’Accademia”. Per Sgarbi “chi distrugge un libro distrugge il sapere, non si può insegnare ai giovani che si possono gettare i libri. Che siano maledetti”. E a Maurizio Mannoni, il conduttore del programma che chiedeva se si poteva fare ancora qualcosa per impedire la distruzione, ha risposto: “No, ma farò di tutto perché quel pazzo sia cacciato”.
La peggior pubblicità per Rovigo, quindi, è andata in onda su Rai Tre. Ed ora il capoluogo polesano rischia di fare la figura della città che brucia la cultura.
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