VOCE
ROVIGO
13.02.2019 - 21:11
Nadia Romeo e Giorgia Businaro del Pd
La crisi nella crisi, la spaccatura nella spaccatura, che in vista di una campagna elettorale fa gioco al centrodestra, è quella che si registra tra i banchi dell’opposizione a Palazzo Nodari. Nel momento in cui i ranghi si dovrebbero serrare e l’intento dovrebbe essere unico: mandare a casa Bergamin, le fazioni interne all’ala sinistra dell’aula consiliare si fanno la guerra.
Così ieri Giorgia Businaro e Andrea Borgato del Pd e Ivaldo Vernelli, ex M5s, sono andati a firmare dal notaio. E a margine hanno sparato addosso a Nadia Romeo.
A parlare è soprattutto Businaro che ha premesso: “La cosa più importante è mandare a casa questo sindaco che in tre anni e mezzo ha fatto sprofondare la città in una palude senza fine. Detto questo, è palese che parte dell’opposizione stia utilizzando questa crisi per rifarsi una verginità politica in vista delle prossime elezioni. Opposizione che ha sostenuto, direttamente o indirettamente, Bergamin. Ciò è palese dal luglio scorso. Purtroppo non possiamo saperlo perché noi, con quella parte che tratta poltrone e incarichi, non vogliamo avere nulla a che fare. In un contesto in cui tutto ruota attorno alle poltrone riteniamo che la prima persona che dovrebbe dimettersi sia Virna Riccardi, nominata nel Cda di Asm da Massimo Bergamin dietro preciso accordo con Nadia Romeo, accordo che noi abbiamo contestato con forza. Riccardi dovrebbe dimettersi per una questione morale e per opportunità politica. Mantenere in piedi il risultato tangibile del trasversalismo tra Bergamin e Romeo significa continuare a offrire sponda a chi ha portato al disastro la città”.
“Io ho firmato dal notaio cinque giorni fa - la replica di Nadia Romeo - Virna Riccardi non si dimette, proprio perché se si dimettesse farebbe il gioco della maggioranza”. E conclude: “Businaro deve decidere se essere o no del Pd o fare accordi con Avezzù”.
Vernelli, invece, chiede a Benetti (Lega) e Carmelo Sergi (Obiettivo Rovigo) “persone coerenti”, di presentare le dimissioni.
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