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Operazione soccorso: due leghisti firmano, gli altri no. Bergamin riprepara la mini giunta

Ancora un pomeriggio di incertezza. Il fronte della Lega si spacca, ma non troppo. Forza Italia aspetta le 17 firme, che però forse non servono più. E i voto di Rossini (Fare) e Masin (ex Rifondazione) sono bene accetti

Operazione soccorso: due leghisti firmano, gli altri no. Bergamin riprepara la mini giunta

Massimo Bergamin

C'è chi entra, c'è chi esce e chi, molto più prosaicamente se ne sta sulla porta, per vedere l'effetto che.

Il lunghissimo vertice pomeridiano voluto dal segretario della Lega, Toni Da Re, accompagnato dal responsabile nazionale degli enti locali del Carroccio, Stefano Locatelli, presente il gruppo consigliare della Lega al gran completo, si è concluso con una... spaccatura. 

Due consiglieri hanno seguito Da Re nella richiesta si firmare l'appoggio al sindaco (Aretusini e Ruggero), mentre gli altri hanno risposto "no grazie", così come richiesto dalla base consultata nella serata di lunedì 18 febbraio (leggi l'articolo).

Da qui un possibile cambio di strategia: le 17 firme non sono necessarie, è sufficiente un appoggio verbale alla maggioranza. Ipotesi che potrebbe portare alla nascita della nuova giunta in formato mini.

Una giunta con la quale scavallare la data del 24 febbraio (ultima data utile per andare al voto anticipato in maggio, insieme alle Europee) e puntare a presentare il bilancio cercando di ottenere in aula il consenso dei tre consiglieri considerati "abbordabili": Dolcetto (ex Forza Italia, che si ostina a dire che lui non va contato, ma che tutti danno come stampella certa), Rossini (tosiano malvisto dai leghisti) e Masin (ex Rifondazione comunista, oggi civico). 

Con il soccorso giallo-rosso, dunque, il sindaco potrebbe provare a scavallare l'appuntamento con il Bilancio. Poi si vedrà.

Toni da Re, uscendo, si è limitato a dire: "Sono ottimista". Lui dalla prossima settimana non sarà più ai vertici della Liga e lascerà il peso al suo successore, Nicola Finco.

E Forza Italia? Ancora in serata Vani Patrese non aveva dubbi: senza le 17 firme noi non diamo nomi. E in serata pure Presenza cristiana aveva dubbi: senza l'appoggio scritto dei leghisti Gianni Saccardin potrebbe stare fuori dalla giunta.

E la nuova giunta? Quattro nomi appena, al momento: Susanna Garbo, Alessandra Sguotti, Stefano Falconi e forse, ma proprio forse forse, Franco Berti (che è lo suocero di Aretusini, uno dei due leghisti che hanno firmato, ma questa è senza dubbio - e lo diciamo senza ironia - una coincidenza).

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