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LA LEGGE
27.04.2019 - 21:06
Un presidente e un consiglio votati dai cittadini, tenendo pure l’attuale organismo
E se le Province tornassero come prima della riforma Delrio? Non è una ipotesi così peregrina, visto che, come ha anticipato “Il Sole 24 Ore”, la bozza delle linee guida per la riforma degli enti locali a cui hanno lavorato Lega e Movimento 5 stelle dice, più o meno, che la Provincia dovrà avere “un presidente, eletto a suffragio universale dai cittadini dei Comuni che compongono il territorio provinciale, coadiuvato da una giunta da esso nominata” e a coadiuvare il presidente c’è poi il “Consiglio, avente poteri di indirizzo e controllo, eletto a suffragio universale”. Insomma, si riporterebbero in questi enti locali “svuotati” dalla riforma Delrio, circa 2.500 fra consiglieri, assessori e presidenti.
A scriverlo è stato il tavolo tecnico-politico in conferenza Stato-Città istituito dall’ultimo Milleproroghe, guidato dal sottosegretario Stefano Candiani per la Lega e dal viceministro all’Economia Laura Castelli del M5s. Per tagliare i costi la proposta sugli ordinamenti cancellerebbe gli ambiti ottimali e gli altri “organismi comunque denominati” nati per cercare di gestire quanto le province non erano più state in grado di farlo.
La notizia ha subito agitato le acque tra Lega e Movimento 5 stelle che si sono tirati la palla l’uno con l’altro. Ma secondo quanto svelato da “Il Sole 24 Ore” durante l’incontro a Palazzo Chigi “c’è stata un’ampia condivisione sul superamento della situazione attuale”, come ha spiegato Candiani, senza venir smentito da alcuno dei grillini.
La proposta, peraltro, oltre a far risorgere le province dopo il taglio del 2014, non cancellerebbe l’attuale assemblea dei sindaci, ovvero l’organo di secondo livello votato dagli amministratori locali del territorio e non dai cittadini, creato dalla riforma Delrio. Le Province tornerebbero a vivere anche nei territori delle Città metropolitane, affiancate dagli organi della Città che si limiterebbero alle zone davvero metropolitane.
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