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“Strade al veleno, indaghi l’antimafia”

Bonelli: “Dobbiamo comprendere quanto sia esteso il fenomeno di riutilizzo illegale di rifiuti tossici”

“Strade al veleno, indaghi l’antimafia”

Bonelli: “Dobbiamo comprendere quanto sia esteso il fenomeno di riutilizzo illegale di rifiuti tossici”

Il coordinatore nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, ha scritto al presidente della commissione bicamerale antimafia, il senatore Nicola Morra, affinché venga avviata un’inchiesta sulla vicenda delle mafie legate ai rifiuti.

Dobbiamo comprendere quanto sia esteso il fenomeno di riutilizzo illegale da parte delle organizzazioni criminali di rifiuti tossici nell’edilizia e nella realizzazione delle infrastrutture del nostro paese - le parole di Bonelli - conoscere quali sono i comuni e i territori coinvolti, sapere chi sono le aziende che hanno conferito i rifiuti tossici a società che poi hanno realizzato falsi conglomerati ecologici, violando la legge in materia di gestione e trattamento dei rifiuti, proporre misure per reprimere questo fenomeno criminale e conoscere le ragioni che non hanno portato a fermare l’attività delle aziende coinvolte in questo traffico e smaltimento illegale di rifiuti”.

“Tra Lombardia, Veneto, Emilia Romagna sono oltre 120 i comuni su cui sono stati sversati, sepolti o incapsulati, tra il 2014-2016, oltre 720mila tonnellate di conglomerato miscelato con sostanze tossiche, chiamato concrete green, come sottofondo stradale secondo la procura distrettuale antimafia di Venezia con un processo iniziato il 20 marzo scorso - fa notare Bonelli - le organizzazioni mafiose hanno investito le loro risorse su questo business e oltre alle ‘strade del veleno’ gli esempi sono diversi l’uso di rifiuti tossici nella costruzione di strade, come sopra descritto, non è una pratica isolata: nel passato per la realizzazione dell’autostrada Brebemi e la Valdastico Sud sono state utilizzate per lo smaltimento di rifiuti tossici attraverso la falsificazione de cosiddetti codici rifiuti Cer”. “Quello che preoccupa è che le organizzazioni criminali anche di stampo mafioso possano aver trovato una modalità redditizia e sicura per lo smaltimento delle scorie industriali e di rifiuti tossici, ovvero quello di mischiarli per realizzare conglomerati di calcestruzzo e asfalto con grave rischio per la salute dei lavoratori che realizzano questi prodotti, per la popolazione e per l’ambiente - riprende Bonelli - per dare un esempio dell’estensione del problema relativamente solo all’inchiesta sulle strade del Veleno della procura di Venezia e della Dda questi sono alcuni dei comuni coinvolti nell’uso del conglomerato concrete green che veniva venduto a 17 euro contro i 247 dei conglomerati ecologici. In provincia di Rovigo ad Arquà, Badia Polesine, Bergantino, Calto, Canaro, Canda, Castelguglielmo, Castelmassa, Castelnovo Bariano, Costa, Fratta, Gaiba, Giacciano con Baruchella, Melara, Occhiobello, Pincara, Salara, San Marino di Venezze, Stienta, Trecenta, Villadose”.

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