VOCE
IL VESCOVO
01.05.2019 - 17:09
“Nel nostro territorio c'è troppo individualismo e frammentazione, e questo non fa il bene del mondo del lavoro e della nostra terra”. Lo ha detto il vescovo di Rovigo alla veglia per il lavoro di lunedì sera. Pierantonio Pavanello ha guidato la veglia per il lavoro nell’area degli stabilimenti Sit in via Grandi, Un appuntamento che ha visto la presenza delle istituzioni, dei vertici di Confindustria e dei sindacati, di molti lavoratori e di alcuni candidati alle prossime elezioni comunali.
“Il tema del lavoro - ha detto il vescovo - è centrale per tentare di riavviare un processo di sviluppo. Decisiva la consapevolezza del rapporto tra lavoro e comunità. Questo spiega anche la crisi attuale, specie quella del nostro territorio: l’individualismo non genera lavoro”. E poi “l’urgenza di iniziative che spingano i nostri giovani a rimanere nella loro terra”. Il vescovo ha anche espresso solidarietà “al presidente della provincia, Ivan Dall’Ara, per gli attacchi ricevuti per alcune affermazioni a favore dell’accoglienza dei migranti”.
Nel suo intervento Pavanello ha anche detto che “il lavoro si crea dentro un contesto di relazioni perché non si nutre solo della dimensione economica, ma è anche esperienza sociale. Le idee e le iniziative di un imprenditore, hanno sempre alle spalle ricercatori, progettatori, esperti commerciali, comunicatori. In altri termini si crea lavoro laddove si edificano tessuti sociali vitali. Questo spiega anche la crisi attuale, specie quella del nostro territorio: l’individualismo infatti non genera lavoro. L’individualismo è deserto per ogni forma di cooperazione e di impresa”.
E ancora: “Ritengo questa riflessione sul rapporto tra lavoro e comunità molto importante anche per la nostra realtà polesana, dove si registra una difficoltà evidente a fare rete e una tendenza accentuata alla frammentazione. Dobbiamo chiederci se non sia questo uno dei fattori che impediscono lo sviluppo sociale ed economico della nostra terra indirizzandola invece verso un declino che rischia di diventare irreversibile”.
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