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Vox Harmonica, non solo un coro

La fondatrice Sara Magon: “Uniamo la passione per la musica e la sua valenza terapeutica”

Vox Harmonica, non solo un coro

La fondatrice Sara Magon: “Uniamo la passione per la musica e la sua valenza terapeutica”

Domani il coro Vox Harmonica suonerà alla messa di Natale in ospedale. La musica non solo come palliativo e terapia ma anche occasione di aggregazione e solidarietà non è ormai una novità, specialmente in questo periodo natalizio; la peculiarità è che a farsene capo sia un’azienda ospedaliera come la n. 5 Polesana. Sta per compiere infatti la sua prima candelina il Coro Vox Harmonica Azienda Ulss 5 Polesana, riconosciuto da una delibera del direttore generale Antonio Compostella. L’ensemble coral, diretto dal maestro Sara Magon, ha appena inaugurato il Natale dei Presepi in piazzetta Annonaria, ed è attesa la sua esibizione, che impreziosirà la messa di Natale, celebrata dal vescovo della Diocesi di Adria e Rovigo, domani alle 17 nella hall dell’ospedale Civile.

La sua fondatrice è Sara Magon, direttore d’orchestra e da un anno e mezzo infermiera nel Dipartimento Chirurgico dell’ospedale di Rovigo. Dopo gli studi di composizione e canto gregoriano, diplomata in pianoforte e canto lirico al Conservatorio Venezze e quindi, dal 2004, direttore d’orchestra formata all’Accademia Hans Swarowsky di Milano.

Come riesce a conciliare la sua brillante carriera musicale con la professione infermieristica?

“Da anni mi interesso del ruolo della Musica nell’ambito della cura e del benessere psicofisico in genere, contemplando la possibilità di unire la passione per la musica con la sua valenza, ormai riconosciuta, nell’arrecare benefici biopsicofisiologici mediante trattamenti con la musica od esperienze estetiche”.

Com’è nato il progetto del coro ospedaliero?

“Da una fortunata coincidenza che ci ha portato all’ospedale di Rovigo, la dottoressa Cristina Oliani direttore dell’Uoo di oncologia ed io, a poche settimane di distanza, grazie anche ad altri collaboratori e alla presidente della sezione provinciale della Lilt Maria Iside Bruschi Lilt, uniti dalla stessa idea di costituire un coro come sollievo alla malattia oncologica, ma anche come ricerca di integrazione e di benessere individuale e collettivo tra assistiti e professionisti della salute. Il coro è stato infatti poi anche inserito nel programma di benessere organizzativo dell’azienda ospedaliera e partecipa ora alla rassegna di Arteven per la Regione Veneto ‘Viaggio nella musica, la medicina dello spirito’, unica realtà aziendale istituzionalizzata tra le ventuno strutture sanitarie partecipanti da tutto il Veneto. Inoltre, l’esperienza corale in un contesto diverso dall’ambito accademico e professionale, per veicolare la musica con intenti benefici e su base volontaria, è un’esperienza qualificante di crescita fortemente condivisa con orgoglio da parte mia e dei coristi e appoggiata con grande sensibilità dal Dottor Compostella”.

Ce lo può descrivere nel numero e caratteristiche dei suoi componenti?

“Il coro si compone di circa 80 elementi molto eterogenei, da 22 a 87 anni, con l’apporto di 20 orchestrali, grazie anche alla collaborazione con il Conservatorio Venezze, ai cui allievi vengono riconosciuti crediti formativi (l’idea sarebbe di coinvolgere anche il conservatorio di Adria). Si tratta di pazienti, dipendenti ed ex dipendenti ospedalieri, appassionati e volontari, compresi colleghi della Fenice ed altri cantanti e maestri, in un proficuo interscambio ‘armonico’ tra professionisti e amatori, dove tutti alla pari si mettono in gioco, nello stesso tempo imparando a collaborare nello spirito del gruppo”.

Qual è il repertorio del coro?

“Premesso che le scelte musicali dipendono dalle circostanze e dal grado di preparazione dei coristi, il repertorio da me scelto, per ora, si rifà ai classici intramontabili, evitando lo scontato, ma con intento di inserire anche esecuzioni di nicchia, come la Missa Cellensis in do maggiore di Haydn o estratti dai Carmina Burana, che già eseguiamo”.

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