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TEATRO

Sul palco l’operetta dei Campanelli

Uno spettacolo in tre atti con regia di Alessandro Brachetti e musiche di Lombardo e Ranzato

Sul palco l’operetta dei Campanelli

Uno spettacolo in tre atti con regia di Alessandro Brachetti e musiche di Lombardo e Ranzato

Un paese di campanelli in teatro. Con il Paese dei campanelli oggi torna l’operetta al teatro Sociale. In programma due spettacoli, alle 16 e alle 20.30 de “Il paese dei campanelli”, operetta in tre atti con musiche di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato e libretto di Carlo Lombardo.

La storia è quella di un fiabesco paese olandese, dove i pescatori conducono insieme alle loro mogli una vita tranquilla in deliziose casette, ciascuna delle quali possiede un piccolo campanile. La pace tuttavia è turbata dall’arrivo di una nave di aitanti marinai inglesi, che corteggiano vivacemente le signore del luogo. I mariti possono però dormire sonni tranquilli: una leggenda secolare afferma che, qualora i vincoli di fedeltà vengano infranti, i campanelli della casa cominceranno a suonare, avvisando tutto il paese del tradimento in corso.

In Italia quattro sono i titoli d’operetta che varcano la soglia del “recinto” di genere, per entrare nello spazio aperto della popolarità “Il Paese dei Campanelli” è uno di questi.

L’abilità della coppia Ranzato-Lombardo sta nell’inventare temi facili ed irresistibili, che in un attimo “entrano in testa”, divenendo indimenticabili. In estrema sintesi: con l’operetta austriaca lo spettatore sogna e sorride, con l’operetta italiana lo spettatore ride di gusto e non riesce a non canticchiare mentre assiste allo spettacolo. Il Paese dei Campanelli ha comunque una connotazione romantica e sognante con un approccio lirico nel narrare l’amore tra Nela (soprano) e Hans (tenore), mentre la vicenda tra la coppia comica Bon Bon-La Gaffe (soubrette e comico) è tutta basata su ritmi occhieggianti al Jazz. Apprezzabile anche l’orchestrazione sapiente e ricca.

La regia di Alessandro Brachetti riflette lo stile della compagnia, che da sempre pensa spettacoli corali, dove nessun artista in scena sia “di corredo” alla coppia comica. Apprezzabile anche l’orchestrazione sapiente e ricca. La compagnia Teatro musica Novecento segue sin dalla nascita una linea ben precisa: non sacrificare mai la parte musicale. Ecco allora una bella e ricca orchestra dal vivo e belle voci liriche “prestate” all’operetta.

La regia di Alessandro Brachetti riflette lo stile della Compagnia, che da sempre pensa spettacoli corali, dove nessun artista in scena sia “di corredo” alla coppia comica, dando così continuità narrativa e drammaturgica a questo piccolo capolavoro.

Silvia Felisetti (soubrette e curatrice dei copioni) si prende la libertà di “aggiustare” il finale al fine di regalare al pubblico l’immancabile lieto fine.

Belle e ricche le Coreografie di Salvatore Loritto e come sempre curatissimi e ricchi i costumi di Artemio Cabassi, vero Maestro del Genere. Bene anche Stefano Giaroli direttore musicale e produttore della compagnia Teatro musica Novecento.

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