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L’EX ASSESSORE

Saccardin si difende: "Carcere e tribunale? Il territorio non è stato ascoltato"

L’ex assessore ai lavori pubblici interviene sull’ex carcere e ricostruisce i passaggi

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L’ex assessore ai lavori pubblici Gianni Saccardin interviene sull’ex carcere e ricostruisce i passaggi legati alla possibile destinazione di un carcere minorile, dove non sempre si è tenuto in considerazione il parere del territorio. “Dopo gli incontri del 20 maggio 2016 a Rovigo con il sottosegretario alla giustizia Cosimo Ferri e a Roma il 26 luglio dello stesso anno - dice - l’unica scelta possibile e condivisa per il carcere era quella di far posto all’allargamento del Tribunale. Non c’erano alternative, né mai nessuno degli interlocutori ha minimamente accennato a possibili utilizzi diversi dell’area dell’ex carcere. In entrambi i casi gli appuntamenti erano stati facilitati dall’allora onorevole Diego Crivellari, presente agli incontri assieme a Nadia Romeo. Nella stessa occasione del 26 luglio, si confermava che alla caserma Silvestri avrebbero trovato posto l’Agenzia delle entrate, l’Archivio notarile e l’Archivio di stato”.

Continua Saccardin: “Poi era emerso che per la caserma Silvestri si stava ragionando per la Ragioneria territoriale dello stato e la Direzione territoriale del lavoro. Nello stesso periodo cominciano a circolare le prime voci di una possibile collocazione di un carcere minorile all’ex carcere di via Verdi. Poi abbiamo incontrato il nuovo direttore del Demanio regionale che ci ha confermato come il ministero della giustizia avesse deciso contrariamente a quanto prospettato dal direttore generale del Demanio. Cosa poi appurata anche dallo stesso Crivellari”. E ancora: “A ottobre 2017 la conferma che esisteva già un preliminare e dei finanziamenti per un trasferimento del carcere minorile di Treviso nell’area ex carcere di Rovigo. Cosa può essere successo? All’interno dello stesso ministero della giustizia qualche altro sottosegretario, probabilmente spalleggiato dal dipartimento amministrazione penitenziaria ha spinto in direzione opposta alla nostra. E’ successo, presumibilmente, quello che tante volte succede in politica è cioè, non si sceglie tanto la direzione del bene di un territorio, ma quella imposta da chi ha più forza nello spingere”.

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