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GIUSTIZIA

"Folle abolire la prescrizione". Gli avvocati in sciopero

La presa di posizione della Camera penale di Rovigo

Avvocato condannato per uso di atto falso

"Imputato per sempre? No, grazie". E' questo è il tema dell’importante convegno organizzato per il 28 gennaio a Roma dall’Unione delle Camere Penali Italiane, nel quale prenderanno parola davanti all’obelisco di Piazza Monte Citorio a Roma e nella Sala Capranichetta, sempre di Piazza Monte Citorio, avvocati penalisti italiani e docenti di diritto penale e procedura penale al fine di fare sentire e conoscere ai Parlamentari Italiani, che vorranno cogliere l’occasione di ascoltare e comprendere, le obiezioni e le critiche di diritto sostanziale, processuale e costituzionale, che militano per l’immediata abrogazione della riforma Bonafede della prescrizione. Lo spiega il comunicato della Camera penale rodigini, presieduta da Giuseppe Carinci, avvocato di Adria.

"Per la stessa giornata - prosegue la nota - l’Unione delle Camere Penali Italiane ha proclamato l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale, ad esclusione ovviamente dei processi contro imputati detenuti in custodia cautelare. La Camera Penale di Rovigo parteciperà a tale astensione e manifestazione, condividendo e sostenendo fermamente l’abrogazione della riforma Bonafede sulla prescrizione, sottolineando in particolare che: il tema della durata irragionevole dei processi è avvertito dall’avvocatura penale, nella sua drammatica impellenza, senza riserve. In questo senso le priorità, peraltro condivise tra Camere Penali e ANM sul 'tavolo' di confronto sulla giustizia convocato dal Ministro Bonafede, sono: indispensabile aumento di mezzi, strutture e personale dell’Amministrazione, potenziamento riti
alternativi, efficientizzazione della udienza preliminare e drastica depenalizzazione. Senza però che ciò comporti la intangibilità dei principi fondativi della prova penale nel dibattimento: oralità, immediatezza, contraddittorio tra le parti".

"Le ultime stesure della bozza di legge delega - prosegue la comunicazione della Camera penale di Rovigo - stanno venendo meno a quel 'patto', soprattutto con la introduzione di norme che legittimano il ricorso sistematico alla lettura degli atti e dunque alla valorizzazione della prova raccolta nelle indagini; quanto sopra conferma quanto dalle Camere Penali sempre ampiamente denunciato: l’abrogazione della prescrizione dopo il primo grado è solo un pretesto per chiudere i conti con la riforma del processo in senso accusatorio, e per aprire una strada alla manomissione del diritto di impugnazione. Ciò non può essere consentito in nome dell’art. 111 della Costituzione".

"E’ in corso una campagna di mistificazione e di sviamento della pubblica opinione sull’istituto della prescrizione. Come si giustifica questa ossessione per l’intervento abrogativo sul 25% del fenomeno (prescrizioni che maturano dopo la sentenza di primo grado), ed il contestuale silenzio indulgente verso il 75% delle prescrizioni che maturano prima della sentenza? Provocatoriamente, ci si chiede se sopravviverebbe il sistema giustizia senza la valvola di sfogo della prescrizione e se non è giunto il momento di affrontare seriamente e approfonditamente il tema della obbligatorietà dell’azione penale?".

"Analizzando brevemente i numeri del nostro Tribunale - chiude la nota - così come emergono nel quadro sintetico pubblicato lo scorso anno sul sito del Ministero della Giustizia, possiamo affermare che questi sono certamente positivi, posto che la durata media di un procedimento penale non supera i 18 mesi per un fascicolo assegnato al Giudice Monocratico e che nell’anno 2018 sono state depositate più del doppio delle sentenze dell’anno precedente".

"Ciò a maggior prova del fatto che la norma sulla prescrizione nulla ha a che fare con l’irragionevole durata dei processi, che, invece, quando si realizza, dipende da altri fattori e sui quali è necessario intervenire. Diversamente, come detto, introdotta questa riforma l’imputato rischia di esserlo per sempre ed è una condizione che non possiamo accettare e contro la quale ci batteremo, nel rispetto della Costituzione e dei valori del nostro ordinamento giuridico".

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