VOCE
SINDACATI
20.08.2020 - 15:07
Cristiano Maria Pavarin
"Sono stati dimenticati, mentre sono proprio fra le persone che meritano maggiori attenzioni. Si tratta dei cosiddetti “lavoratori fragili", ovvero quanti, per le loro condizioni di salute, risultano essere esposti a maggior rischio di contagio: immunodepressi, trapiantati, pazienti sottoposti a terapie oncologiche. Uomini e donne che occupano posti di lavoro, non sempre con limitazioni di servizio, ma che in questo periodo, non certamente per cause che dipendono da loro, debbono essere protetti dal Covid-19, perché se venissero a contatto potrebbero avere conseguenze gravi. Solo fra i dipendenti dell'Ulss Polesana sono più di 50. Come Uil seguiamo anche una quindicina di lavoratori fra amministrazioni pubbliche e case di riposo. Numeri importanti anche nella nostra provincia di persone che fino ad agosto erano stati per così dire protetti dalle esplicite disposizioni contenute nel Decreto Cura Italia e nel Decreto Rilancio, ma nel nuovo decreto sono scomparsi. Ignorati". A lanciare l'allarme ed a sollevare l'attenzione su questo tema è il segretario generale della Uil Fpl di Rovigo Cristiano Maria Pavarin.
"La questione – aggiunge Pavarin - è molto delicata, perché stiamo parlando di persone alle quali, spesso, è lo stesso medico curante ad imporre di stare a casa per motivi di sicurezza, ma in mancanza della proroga del regime emergenziale che era stato stabilito per loro, venuto a cadere il 31 luglio, possono farlo solo ricorrendo alle ferie o mettendosi in malattia, in regime ordinario. Precedentemente, invece, il periodo di astensione, quando non era possibile il lavoro agile, veniva conteggiato come ricovero. Una differenza sostanziale, perché la malattia ordinaria ha un “periodo di comporto”, ovvero un arco temporale nel quale il lavoratore pur assente ha il diritto alla conservazione del proprio posto di lavoro ed a mantenere il proprio stipendio. Ma all'aumentare del lasso di tempo scattano decurtazioni salariali e può anche arrivare il licenziamento. Stiamo parlando fra l'altro, di persone che per i propri problemi di salute hanno già spesso dovuto utilizzare molti giorni di malattia. Il paradosso è che quindi, proprio i lavoratori fragili in questo momento sono costretti a recarsi a lavoro con tutti i rischi del caso, perché sembra che tutti si siano dimenticati di loro.Non le organizzazioni sindacali, che si sono mosse, per chiedere che venga tata continuità al Decreto rilancio, anche per quanto riguarda le norme che prevedevano che l'assenza dal lavoro dei lavoratori fragili venisse classificata come ricovero ospedaliero. Per ora, però, il Governo ed i parlamentari sembrano rimanere sordi a questo appello; in questo momento di fervore elettorale, invito anche l'onorevole Antonietta Giacometti, unica rappresentante del Polesine alla Camera, ad attivarsi in questo senso”.
"C'è da aggiungere – conclude Pavarin - che anche per i medici di base non sono arrivate indicazioni univoche nel merito dei provvedimenti da adottare nei confronti dei propri pazienti, mentre fino al 31 luglio potevano inserire il codice V07 nel certificato, che garantiva la classificazione in regime di ricovero e non di malattia. Una situazione davvero paradossale, che mette a rischio un importante numero di lavoratori anche in Polesine. È un dovere delle istituzioni creare le condizioni affinché possano essere messo nelle condizioni di prevenzione e protezione, senza però subire penalizzazioni in termini di comporto delle giornate di malattia o decurtazioni economiche".
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