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IL CASO

Beltotto sulla vicenda del Teatro, “un inspiegabile ‘no’”

Fa appello al sindaco Gaffeo: "Le istituzioni collaborano. Il Rigoletto l’ha voluto Rovigo"

Beltotto sulla vicenda del Teatro, “un inspiegabile ‘no’”

“Non è una questione politica. Non c’è la politica di mezzo”. E ancora “certamente non è una questione di soldi, perché non avevamo ancora un piano economico preciso e ci si viene sempre incontro”. Giampiero Beltotto, presidente del Teatro Stabile del Veneto fa appello alle istituzioni e al sindaco di Rovigo in quanto istituzione, e interviene sulla vicenda del “no” del direttore artistico del Teatro Sociale alla coproduzione del “Rigoletto”, in collaborazione con i teatri di Padova e di Treviso.

Le motivazioni di quello che in tanti considerano un voltafaccia dell’ultimo minuto da parte di Luigi Puxeddu, non se le spiega ancora il presidente del Teatro Stabile del Veneto, che a Rovigo è stato anche presidente della Fondazione Cultura, esperienza che si chiuse nel giugno del 2017 con le sue dimissioni, dovute, in parte, anche alla gestione del Teatro Sociale. “La motivazione della cancellazione degli impegni non la conosco, perché il direttore Puxeddu non ce l’ha spiegata. In una mail di tre righe ha comunicato ufficialmente che non c’erano le condizioni necessarie per un percorso comune. Il perché non lo so”.

Continua: “Sia io che il senatore Paolo Giaretta (Presidente dell’Orchestra di Padova e del Veneto ndr) siamo molto dispiaciuti anche perché il Teatro di Rovigo, sia pure non formalmente aveva preso degli impegni. Noi, a nostra volta, avevamo preso degli impegni. Ricordo che inizialmente il titolo deciso per la coproduzione era ‘Così fan tutte’ di Mozart, ma il direttore Puxeddu volle il ‘Rigoletto’ di Giuseppe Verdi. Noi abbiamo assecondato questa produzione, che francamente non ci interessava, purchè Rovigo ci stesse. Abbiamo scelto la via indicata dal direttore Puxeddu che poi ci ha mandato tre righe per dire che non ci stava più. Non so altro”.

Non accetta nemmeno l’argomentazione della scarsità dei finanziamenti regionali (a Rovigo nell’ultimo anno sono giunti 25mila euro dalla Regione). “Per quello che so, l’Orchestra di Padova non aveva parlato di soldi e comunque non non avevamo un piano economico preciso. Se qualcuno avesse avuto bisogno saremmo venuti incontro. Siamo aperti alle forme di collaborazione”. E proprio per lasciare ogni porta aperta, si rivolge proprio al primo cittadino Edoardo Gaffeo: “Non drammatizzerei nulla, attendo che il sindaco Gaffeo prenda visione delle carte. Una volta che le carte sono state lette, il sindaco troverà modo per trovarsi con noi per parlare con me e con Giaretta, se non altro come istituzioni”.

Poi ribadisce che la questione non è politica. Non c’è Rovigo, isolata perché di centrosinistra, per dirla in maniera molto banale ma chiara. “Il problema che il sindaco ha nei confronti della Regione non riguarda me, né il senatore Giaretta. E ripeto, il fatto che la coproduzione del ‘Rigoletto’ sia saltata non è imputabile ai denari. Stiamo parlando fra istituzioni, tra sindaco, presidente del teatro Stabile del Veneto e dell’Orchestra di Padova e del Veneto. Sono istituzioni e non possiamo che trovare forme di accordo”.

Insomma, la porta è aperta, Beltotto, che con Giaretta ha scritto una lettera al presidente Zaia per chiedere il suo intervento sottolineando come la legge regionale sulla cultura premia le aggregazioni, ribadisce: “Mi pare assurdo che con una mail di tre righe si possa mandare all’aria il lavoro iniziato nel febbraio scorso. Se almeno capissimo il perché”.

E infine al sindaco Gaffeo: “Non esiste un problema politico, in nessun modo e in nessun caso. Qui si pongono problemi di volontà di collaborare e un filo di buona educazione, che non guasta mai, me lo ha insegnato mia mamma. Noi chiediamo di continuare a collaborare a un tavolo che qualcuno interrotto e nessuno ci ha spiegato perché. Quando il sindaco dovesse decidere, io e Giaretta saremo sempre a disposizione. E spero che a Rovigo il Rigoletto si riesca a fare, visto che è Rovigo che lo ha voluto”.

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