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EMERGENZA

Due casi tra gli ospiti di don Silvio che ora è in isolamento

Il parroco in isolamento fino al 3 novembre nella casa di Abraham

Due casi tra gli ospiti di don Silvio che ora è in isolamento

E’ un punto di riferimento insostituibile per la parrocchia di Borsea e la sua canonica ospita da sempre le persone che hanno bisogno di un tetto sotto il quale riposare. Don Silvio Baccaro, il noto parroco di Rovigo, si trova in isolamento nella comunità di Grignano “La Casa di Abraham”. “Ho fatto il tampone l’altra notte - racconta lo stesso sacerdote al telefono - perché due dei nostri ospiti sono risultati positivi al Covid-19. Uno è asintomatico, mentre l’altro ha una leggera tosse”. Si tratta di due ospiti del centro Cuore Nuovo, costituito proprio dal parroco per aiutare le persone in difficoltà e i senza tetto.

La corsa nella notte per eseguire il tampone nel punto Covid dell’Ulss 5 e il risultato che in parte rassicura. Ma non è finita per il sacerdote di Borsea, che deve attendere ancora 10 giorni per ritenersi fuori da ogni pericolo. E’ ora ospite in una stanza della casa di Abraham: “Abbiamo subito fatto una corsa e una bella coda di notte con tutti gli altri ospiti e ora sono tutti in isolamento - spiega ancora don Silvio - Ringrazio molto i volontari della parrocchia che con tutte le misure del caso offrono pasti caldi e assistenza a queste persone. Da tanti anni cercano di aiutarci, c’è chi fa da mangiare, chi dà supporto di ogni genere”.

La messa nella parrocchia di Borsea si svolgerà comunque: “Ci aiuteranno i frati e altri sacerdoti. Mi dispiace molto di non essere a fianco della comunità in questo momento e della mia famiglia allargata, ma devo seguire i protocolli sanitari e fare una quarantena preventiva. Dovrò stare qui fino al 3 novembre. Anche per evitare che in canonica si sviluppi un focolaio”.

Don Silvio, dunque, ora trascorrerà 10 giorni assistito dai volontari della casa di Abraham, che si trova a Grignano e che ospita 15 persone in difficoltà.

“E’ un’esperienza che avrei evitato, ma importante perché nel suo essere dolorosa mi aiuta a capire le sofferenze del mondo in questo momento. Ringrazio molto il Vescovo Pierantonio Pavanello, che mi è stato molto vicino in questo momento. Sento molto la vicinanza delle persone della mia parrocchia che ringrazio allo stesso modo”.

Infine Don Silvio chiede una preghiera per se stesso. Per un prete abituato a essere di aiuto, a stare per la strada e in mezzo alla gente a dare il suo supporto essere forse per la prima volta lui ad avere bisogno deve essere una bella prova.

Nel centro Cuore Nuovo da diverso tempo don Silvio ospita dodici persone circa. “Nella mia vita ho avuto la fortuna di fare alcuni incontri che mi hanno davvero segnato - ha avuto modo di raccontare in passato - da Madre Teresa di Calcutta, con la quale ho collaborato per oltre un anno, a don Pierino Gelmini e la sua Comunità Incontro, fino a Papa Francesco. Le loro differenti testimonianze mi hanno dato la forza e la consapevolezza che è importante l’accoglienza, non solo verso gli stranieri ma anche nei confronti dei nostri connazionali che per diverse ragioni hanno avuto fallimenti lavorativi o affettivi e si trovano senza casa o ad attraversare un periodo di difficoltà”.

Il sacerdote quotidianamente, anche con i suoi parrocchiani più giovani, cerca di spiegare l’importanza di un semplice saluto, di un ciao, di un sorriso o dello scambiare due parole con le persone che si incontrano per strada: anche questa è accoglienza.

Si spiega come questo stop forzato lo addolori molto. “Donando si riceve moltissimo - ha sempre sostenuto - mentre l’egoismo rende tristi”. Concetti che per don Silvio non si fermano alle semplici parole, ma dei quali ne ha fatta una bandiera trasformandoli in fatti concreti. Con tutta la bellezza e i rischi del caso.

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