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IL PROGETTO

Una rotta culturale sul Polesine

La via Romea Germanica, che oggi viene insignita dal Consiglio d’Europa della certificazione di “Rotta culturale europea”

Una rotta culturale sul Polesine

“Tutte le strade portano a Roma”. Quante di queste vie antiche, però, passano per il Polesine? Ebbene anche il nostro territorio vanta un’antica strada di percorrenza: è la via Romea Germanica, che oggi viene insignita dal Consiglio d’Europa della certificazione di “Rotta culturale europea”. Un prestigioso titolo volto a farne conoscere l’importante testimonianza storica, culturale e ambientale che, fin dal Medioevo, ha mantenuto inesorabilmente nel tempo. Collocandosi nello scenario dei pellegrinaggi devozionali medievali, essa costituiva, insieme alla Francigena e al Cammino di Santiago, uno dei tre principali percorsi pedestri che attraversavano l’Italia e l’Europa, itinerari tra borghi, città turrite e vaste distese campestri che permettevano ai numerosi fedeli di recarsi nei principali santuari cristiani del tempo, ubicati a Roma e Santiago de Compostela, per venerare le insigne reliquie di santi e apostoli.

Roma, tappa prediletta. E per potervici giungere numerose erano le modalità anche se la Francigena e la Romea detennero sempre il primato di percorribilità per lungo tempo. Se però la prima, partendo da Canterbury, toccava le coste occidentali della penisola, la seconda, invece, partendo da Stade, attraversava longitudinalmente la Germania arrivando nelle le località orientali italiane ed era scelta principalmente dai viandanti nordici e dagli stessi imperatori sassoni e svevi come punto di raccordo con la città eterna.

Il successo di quest’ultima si affermò in particolare tra l’undicesimo e il 14esimo secolo quando, con l’indizione, da parte di Bonifacio VIII, del primo Giubileo, venne a lungo utilizzata come via prediletta per raggiungere San Pietro.

Dopo secoli di abbandono, oggi è di nuovo possibile poter percorrere questa antica direttrice che, con i suoi 2.200 chilometri, attraversa anche le zone del Polesine. Tra l’altro, questa strada è stata recentemente ritracciata sulle basi di valide testimonianze storiche rinvenute nel diario di pellegrinaggio dell’Abate di Stade che la percorse di ritorno da Roma.

L’itinerario, fruibile anche in bicicletta, interamente tracciato e indicato da un’apposita segnaletica, si snoda in varie regioni tra le quali figura il Veneto con la sua pianura padana. In quest’ultima, oltre a Padova e Rovigo, figurano ben sei Comuni circostanti i due centri direttamente attraversati da questa: Anguillara Veneta per la sponda padovana, San Martino di Venezze, Pontecchio Polesine, Guarda Veneta e Polesella per quella polesana.

L’esito di tale conferimento, dovuto all’instancabile attività volontaria di numerosi sindaci e appassionati del progetto, secondo le parole dell’ex sindaco di Anguillara, Luigi Polo, “si propone come l’opportunità che potrà arricchire il tessuto culturale polesano portando un incremento del turismo locale e promuovendo e diffondendo la ricchezza del nostro patrimonio ambientale e storico” .

Una ricchezza che ora si fregia di un riconoscimento che, senz’altro, non lascerà scontenti coloro che si appresteranno a mettersi in cammino tra le meraviglie culturali e naturalistiche che la nostra terra da secoli custodisce, regala e tramanda.

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