VOCE
AMBIENTE
23.11.2020 - 20:25
"Non sappiamo più a chi rivolgerci, siamo esausti e non ne possiamo più". Sono esasperati i residenti delle località di Mardimago, Boara, Ca’ Bianca, Commenda e Sarzano per i continui odori nauseabondi che li costringono a barricarsi in casa. Non sono servite nemmeno le 500 firme raccolte nei mesi scorsi per risolvere un problema che dura ormai da troppi anni, rendendo quasi impossibile la vita in queste tranquille località.
A raccontare l’ennesimo episodio, è il portavoce del Comitato ambiente, Mirco Bolognesi, che fa sapere come le cose non siano assolutamente migliorate, tanto che nella giornata di venerdì i residenti di Boara hanno dovuto richiedere l’intervento dei vigili del fuoco perché l’aria era diventata praticamente irrespirabile per il persistere di odori davvero insopportabili. "Il comitato è nato nel lontano 1993 quando in zona vi era una sola attività responsabile di questi odori - spiega Bolognesi - oggi sono addirittura quattro e la situazione è diventata davvero invivibile".
Un allevamento di polli, un’attività di compostaggio, una grande produzione di ortaggi e una di asparagi a livello industriale, con le loro lavorazioni, provocano, durante tutto il periodo dell’anno,"
"I centri coinvolti sono cinque - continua il portavoce - Negli anni ci siamo rivolti a tutti gli enti possibili tra cui la Procura, il comune, Ulss, Provincia, carabinieri ma nessuno è riuscito a darci una risposta che faccia sperare che le cose possano migliorare. I residenti sono davvero stanchi e, dopo la raccolta di firme che abbiamo fermato a cinquecento ma che avremmo potuto continuare arrivando sicuramente al triplo, stiamo pensando ad una protesta pacifica con tanto di cartelloni per cercare di sensibilizzare le autorità su questa questione".
"L’odore lo si sente a seconda di dove tira il vento - continua ancora Bolognesio - Un giorno si può sentire tantissimo in una zona e non nelle altre e la sera successiva l’esatto contrario. Il fatto è che quando si sente, siamo costretti a barricarci in casa".
Nei momenti nei quali l’aria diventa irrespirabile, i residenti chiamano Arpav o i vigili del fuoco che, purtroppo, non possono fare altro che presentarsi con uno strumento e misurare la quantità di odore presente nell’aria e registrarlo. "Non essendoci una normativa regionale che regola il limite degli odori - conclude Bolognesi - E non essendo disciplinata la questione, in pratica non ci si può fare niente. La situazione è diventata insostenibile e i residenti non sanno più come fare per poter continuare a rimanere in zona senza morire dalla puzza".
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