Le due assessore ribelli a processo per il "caso Salvaggio"

Il Pd comunale potrebbe mettere Salvaggio davanti all’aut aut: o in consiglio comunale, o nel collegio dei revisori di Ascopiave. Intanto, il gruppo consiliare del partito apre il processo ai due assessori, Erika Alberghini e (soprattutto) Mirella Zambello, che hanno firmato il documento dell’area-Azzalin contro il segretario Angelo Zanellato.

“Ognuno - annuncia il capogruppo Giorgia Businaro - si prenderà le proprie responsabilità”. Ma è chiaro che l’aria, in casa dem, è a dir poco pesante. A scatenare tutto, la richiesta di dimissioni di Salvaggio fatta dallo stesso Zanellato e accolta con fastidio da Azzalin&C.: quattro consiglieri e i due assessori, venerdì, hanno firmato un documento di condanna. Ma la Alberghini e la Zambello, già in tarda serata, hanno provato a ritirare le proprie firme da quella presa di posizione.

Non che non condividano il testo. Anzi, “non condividiamo - hanno scritto i due assessori - lo stile del segretario, che chiede le dimissioni di un consigliere della sua stessa maggioranza”. Ma insomma, mettere nero su bianco (“in piena coscienza”, assicurano i promotori dell’iniziativa) il proprio nome in calce ad un documento forse è sembrato loro eccessivo. Un dietrofront, comunque, arrivato fuori tempo massimo, che ha fatto apparire - agli occhi di molti - il loro “mea culpa” come una giravolta equilibristica. E c’è chi è pronto a giurare che, dietro la retromarcia, ci sia il “velato suggerimento” del sindaco Gaffeo, preoccupato che la guerra interna al Pd si ripercuota sulla sua giunta, facendola saltare in parte, se non del tutto. Fin qui scenari e dietrologie.

Sotto gli occhi di tutti, invece, ci sono le parole, durissime, con cui il capogruppo Pd a palazzo Nodari Giorgia Businaro si schiera contro Alberghini e Zambello, e a cascata contro Azzalin, Bertacin, Bagatin e Montagnolo. “Resto basita di fronte al loro comportamento”, dice la Businaro. Che poi definisce l’attacco a Zanellato “frutto di una o due persone che, con il loro comportamento, hanno invischiato il gruppo consiliare in beghe di partito determinate più che altro dal livore personale. La mancanza di rispetto è palese”.

Non manca, poi, un siluro nei confronti della piroetta dei due assessori. “Prima firmano il documento poi, evidentemente richiamate da qualcuno, smentiscono in tarda serata. Un comportamento inqualificabile che, francamente, credo non si sia mai visto da parte di rappresentanti di giunta. E se, per una (la Alberghini, ndr), tale comportamento si può imputare all’inesperienza e all’ingenuità, tale giustificazione non si può addurre per l’altra (la Zambello), protagonista da decenni della scena politica polesana”. Insomma, non si sa quale delle due ne esca peggio.

E non è finita qui. “Ovviamente, il partito e il gruppo avvieranno immediatamente confronti tra le parti e le doverose verifiche interne in cui ognuno sarà chiamato ad assumersi le proprie responsabilità”. A rischio, anche il posto in giunta.

Mentre Zanellato, dal canto suo, resta a guardare. “Le dimissioni di Salvaggio? Non sta a me chiederle, ma al livello comunale del partito. Sono convinto che il tema sarà sicuramente messo in discussione: del resto, lui stesso aveva promesso che si sarebbe dimesso dopo le elezioni regionali. Sono passati tre mesi, che aspetta a decidere?”. E lo scacco, adesso, è davvero servito.