"La cultura della cura, come percorso di pace"

"Speranza e pace siano la luce che illumina il cammino di ognuno in questo tempo di pandemia", ha ricordato don Silvio Baccaro al termine della celebrazione eucaristica del primo giorno dell'anno 2021 a Borsea iniziato all'insegna della pace. Al posto della tradizionale fiaccolata, un gruppo di ragazzi e bambini con le candele accese hanno circondato la culla di Gesù Bambino, messaggero di pace, per non perdere la speranza che la pace e l'amore siano luce per i nostri passi in questo difficile momento di pandemia.

In modo molto sobrio, ma con molta intensità venerdì, primo gennaio, nella chiesa di San Zenone, don Silvio come ogni anno, non ha mancato al suo impegno per la pace sollecitando tutta la comunità, riunitasi per l'occasione, ad essere meno indifferente verso i problemi sociali e invitando tutti ad un impegno di pace e di amore. La giornata mondiale della pace giunta alla 54esima edizione è l'occasione che la Chiesa Cattolica celebra ogni primo dell'anno dedicandola alla preghiera e alla riflessione, durante la funzione religiosa, a Borsea, alcuni fedeli hanno infatti letto messaggi tratti dalle parole di Gandhi, Madre Teresa di Calcutta e JF Kennedy, al fine di ricordare che la pace è un valore a cui tutti devono aspirare per il bene dell'umanità. Don Silvio ha precisato, che in un mondo di conflitti, gravato dalle conseguenze della pandemia , la giornata mondiale della pace ricorda l'importanza della cura reciproca, come sottolineato dal messaggio di Papa Francesco. L'1 gennaio 2021 apre un anno pieno di sfide ereditate dal 2020 e dal suo isolamento per positività da covid, il Vescovo della Diocesi di Adria e Rovigo Pierantonio Pavanello ha affidato ad uno scritto il suo augurio, letto per l'occasione da don Silvio Baccaro alla comunità di Borsea.

Insieme alla speranza e alla fiducia per il nuovo anno, monsignor Pierantonio Pavanello nel suo messaggio, non tralascia un riferimento alle difficoltà sociali ed economiche dei prossimi mesi, nonostante le speranze “provvidenziali”che ci vengono dai vaccini. “Possiamo partire dal tanto bene che la pandemia ha sprigionato nelle nostre comunità,- ha fatto sapere il Vescovo- per trarre da lì la forza e la speranza di cui abbiamo bisogno per affrontare la grande sfida del 2021. Con l' augurio che: in questo nuovo anno tutti possano contribuire con umiltà e amore a trasformare questa terribile prova in un cammino di salvezza”.