Cerca

SERVIZI SOCIALI

"Il disagio giovanile è aumentato anche in Polesine"

I dati parlano chiaro: i minori polesani in carico ai servizi sociali sono 530, circa l’1-2% della popolazione under 18 della provincia

"Il disagio giovanile è aumentato anche in Polesine"

Le condizioni di disagio e la storia familiare di Edis Cavazza, il 45enne ucciso dal proprio figlio di soli 17 anni, erano note ai servizi sociali dell’azienda sanitaria polesana e del Comune di Rovigo. Il pool di esperti, assistenti sociali, psichiatri, psicologi e addetti al Serd, guidati da Paola Casson, è certo che “tutto quello che potevamo fare, con l’aiuto dei volontari del territorio e della rete, è stato fatto”.

La ferocia del delitto tra le mura di casa, è tuttavia un campanello di allarme che non si può non ascoltare. I dati parlano chiaro: i minori polesani in carico ai servizi sociali sono 530, circa l’1-2% della popolazione under 18 della provincia. “Il disagio è aumentato - spiega Roberto Segala, psichiatra del servizio - I nostri numeri come neuropsichiatria infantile ono in aumento e con l’emergenza Covid sono aumentate le fragilità, i disturbi dell’ ansia e della depressione, la conflittualità in famiglia”. Con l’oramai cronico problema della mancanza di personale all’interno dei reparti e delle divisioni: “Siamo stati fortunati con gli assistenti sociali - dichiara la responsabile Paola Casson - quest’anno ne abbiamo assunti di nuovi. Mentre i neuropsichiatri sono introvabili. Siamo in carenza anche di psicologi”.

I Servizi sociali seguono con alcuni progetti, come il servizio di prevenzione “Terre di Mezzo”, alcuni minorenni e le loro famiglie. “Accedono al servizio in forma protetta, in appartamenti”, spiega lo psicologo Antonello Grossi. Nell’ultimo periodo, con l’isolamento le richieste sono triplicate rispetto allo scorso anno, un numero mai visto di adolescenti e famiglie che chiedono agli esperti dell’Ulss 5 ome comportarsi davanti ai disturbi dei figli. “In questo periodo abbiamo supportato anche online - spiega Donatella Ernesto, assistente sociale del dipartimento salute mentale - Abbiamo anche supportato gli insegnanti, visto il sensibile incremento della sofferenza, in termini clinici, con forme di ansia e depressione, soprattutto nelle persone più insicure, incapaci di prevedere il loro futuro con paure e ossessioni. Ma abbiamo anche visto un accesso di persone che mai si erano rivolte a questo servizio. Persone che hanno chiamato al numero verde perchè sentono di aver perso la loro sicurezza”.

Cosa abbia spinto così in là i due giovani fidanzati, è ancora presto per saperlo. Lunedì ci sarà l’interrogatorio davanti al gip. Ma i responsabili del dipartimento di salute mentale sono al lavoro per essere di supporto. “I nostri utenti sono già fragili - spiega Valentina Pavani, direttore sostituto del Serd - Oltre all’alcol e alle droghe notiamo ora la dipendenza dai pc. L’alcol è reperibile nei supermercati e senza controllo”. E’ stato fatto tutto quello che si poteva fare per la famiglia di Edis. “E molto dovremo ancora fare”, conclude Casson.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400