VOCE
ROVIGO
15.11.2021 - 18:10
L’assessore Giuseppe Favaretto: “Entro l’anno affideremo l’appalto e partiranno i lavori”
Ci siamo. Ormai per il via ai lavori di ristrutturazione dell’ossario militare del cimitero di Rovigo è questione di giorni. L’intervento di recupero programmato dall’amministrazione comunale nei mesi scorsi ha ottenuto anche l’ok della soprintendenza di Verona. Il progetto esecutivo è definito e si prepara ad arrivare in giunta per la definitiva approvazione, forse già giovedì prossimo. “Se tutto filerà liscio - spiega l’assessore ai lavori pubblici Giuseppe Favaretto - entro l’anno definiremo l’appalto dei lavori e potrà partire il cantiere”.
Per il recupero dell’ossario sono stati messi a disposizione 350mila euro dalla Regione e 150mila euro dalla fondazione Cariparo. Lo stanziamento per il sacrario militare era stato definito nell’ambito della riprogrammazione delle economie derivanti dal Fondo per lo sviluppo e la coesione e destinato dalla giunta veneta a una serie di opere di restauro, recupero e conservazione di beni storici legati al primo conflitto mondiale.
L’ossario di viale Oroboni è una struttura che raccoglie e custodisce le spoglie di 804 soldati, vittime della Prima guerra mondiale, morti negli ospedali da campo allestiti in terra polesana, nelle retrovie del conflitto che oltre cent’anni fa sconvolse il mondo: 589 italiani, 215 austroungarici, a cui aggiungere anche una crocerossina, suor Giuseppina Vasoin, eppure l’ossario di viale Oroboni per decenni è stato dimenticato. Eppure l’ossario per anni è stato abbandonato a se stesso, come dimostrano gli evidenti segni di degrado, che si sono sommati, fino a farlo quasi cadere a pezzi. Si notano infatti vaste chiazze di umidità, pezzi di intonaco che si stacca e trascuratezze varie.
E’ dal 1993 che al suo interno non si celebrano più né messe né celebrazioni. E vani sono stati, negli ultimi anni, gli appelli, arrivati da più parti, per sistemare e recuperare quel sito, all’interno del cimitero comunale. Addirittura tra il tra il 2014 e il 2015, il commissario prefettizio Claudio Ventrice arrivò a rifiutare un contributo di 300mila euro, stanziato dalla Regione in occasione del centenario della Grande guerra, perché palazzo Nodari avrebbe dovuto integrare quelle risorse con altri 150/200mila euro, che non sapeva dove trovare. Il recupero poi era stato messo in programma anche dalla giunta Bergamin per il 2018, ma anche in quel caso non se ne fece nulla. Ma ora, a sentire l’assessore, i cantieri stanno per partire.
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