Maxi inchiesta sulle mense ospedaliere, Serenissima al centro

L'azienda Serenissima e le mense ospedaliere al centro di una maxi inchiesta in cui rischiano il processo otto persone, tra manager del colosso della ristorazione e dirigenti regionali della sanità, a vario titolo accusati di turbativa d'asta, falso ideologico, truffa. A rischiare anche il super dirigente dell'azienda Domenico Mantoan all'epoca direttore della Sanità Veneta. Mentre Patrizia Simionato, oggi dg dell'Ulss 5 polesana, rischia il concorso in induzione indebita a dare o a promettere utilità.

A mettere nei guai il patron di Serenissima Mario Putin - come scrive oggi 9 aprile il Mattino di Padova - e i suoi manager la chiacchierata gara d’appalto per l’affidamento del Servizio di ristorazione per le Aziende sanitarie del Veneto indetta con la delibera 313 del 2019 dal direttore di Azienda Zero, Simionato. La gara è suddivisa in sei lotti e si conclude nel 2020: Serenissima Ristorazione ne vince tre (100 punti su 100 a Rovigo e a Padova, 95 a Venezia); gli altri due (Treviso e Bassano-Asiago-Schio) vanno a Euroristorazione (100 e 97,92 punti); l’ultimo lotto relativo all’ospedale bellunese non è assegnato per mancanza di offerta. Ecco il punto. Dopo i ricorsi e controricorsi di Dussmann Service, colosso rimasto sempre a bocca asciutta (all’Authority aveva scritto: «Serenissima detiene il 90 per cento del mercato delle mense ospedaliere nel Veneto, un dato anomalo»), Anac aveva imposto di riscrivere il capitolato per inserire un «vincolo di aggiudicazione per un massimo di tre lotti» inserito nel disciplinare d’appalto.

Secondo il pm Golin, Serenissima ed Eurostorazione si sarebbero accordati per nascondere il fatto che, tra le due società, il “centro decisionale” era unico, in capo a Mario Putin.