VOCE
ROVIGO
16.05.2022 - 19:19
La politica vuole una giustizia sempre più "prevedibile" nei suoi esiti finali, una distorsione della legittima aspettativa di celerità che porti, invece, a una rigidità che vada a scapito del ragionamento e dell'analisi approfondita della singolarità di ogni singolo caso che, in tribunale, coinvolge i beni e la libertà delle persone; la politica, allo stesso tempo, vuole un magistrato più impegnato a evitare sanzioni disciplinari e addebiti che a fare il magistrato. Il risultato che ne esce è terrificante: una giustizia amministrata ad algoritmo, un magistrato indirizzato dalla politica che tenda a scegliere la strada più semplice, più spesso battuta, a ragionare il meno possibile e, in ultima istanza, a privilegiare il forte a scapito del debole.
E' il messaggio lanciato dalla magistratura di Rovigo nel corso dell'incontro con la cittadinanza che, nel pomeriggio di lunedì 16 maggio, ha spiegato le ragioni dell'astensione dal lavoro per protestare contro la riforma Cartabia. A guidare i lavori, il giudice Silvia Ferrari, presidente della sottosezione Anm di Rovigo. A partecipare, il presidente del Tribunale Angelo Risi, il procuratore Sabrina Duò, il sostituto procuratore Andrea Bigiarini, il giudice Nicola Del Vecchio e gli avvocati Francesco Trapella ed Enrico Ubertone, presidente dell'Ordine.
In particolare, il presidente Risi ha sottolineato come la legittima richiesta di efficienza debba passare, in primo luogo, da una dotazione di mezzi adeguati, sia in termini di personale che di adeguatezza dei Codici all'attualità. Basti pensare, in merito al personale, che il numero di magistrati in rapporto alla popolazione, in Italia, è la metà della media dell'Ue per i giudici, un terzo per i pm, come spiegato dal procuratore Sabrina Duò. In Polesine, all'astensione ha partecipato il 95% dei magistrati, il dato più alto del Veneto.
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