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POLITICA
21.06.2022 - 16:45
Lega e civici vicini ad un accordo, ecco i nomi in ballo. Ma Trombini è pronto a ricandidarsi
L’aria fra sindaci e partiti del Polesine si surriscalda. Ma non per la bolla di caldo africano che sta attanagliando l’Italia intera, ma per lo scontro che si sta accendendo in vista dell’assemblea per rinnovare il cda di Ecoambiente.
Il 29 giugno è infatti prevista la riunione per approvare il bilancio della società che si occupa della raccolta rifiuti in Polesine e per nominare il nuovo consiglio di amministrazione. Ed è su quest’ultimo punto che sindaci e partiti politici si stanno confrontando, tanto che i classici schieramenti di centrodestra e centrosinistra stanno scompaginando questo schema, come già era avvenuto per le elezioni del presidente della Provincia lo scorso dicembre.
Sulla carta il centrodestra dovrebbe avere la maggioranza, visto il grande numero di sindaci che fanno riferimento a Lega, Forza Italia e Fdi. Eppure pare che il centrodestra stia per marciare in ordine sparso. Venerdì scorso, infatti in una riunione fra esponenti della Lega e dei sindaci cosiddetti “civici”, sarebbe emersa una linea da portare avanti in vista dell’assemblea. Una bozza di accordo che vedrebbe un cda con la presidenza in casa Lega, l’amministratore del cda indicato dal sindaco di Rovigo ed il terzo componente dall’area dei sindaci civici vicini al centrosinistra.
Ecco allora che l’attuale ad Tolomei dovrebbe rimanere in carica (e questa sembra l’unica certezza su cui scommettere). La presidenza targata Carroccio, invece se la stanno contendendo tre nomi: Pierpaolo Frigato di Rovigo, Alessandro Roccato di Lendinara e Fabiano Bosetti di San Martino. Nomi che, però, non hanno il consenso pieno fra le amministrazioni comunali. E con Forza Italia che pare non disponibile a sostenere questo schema.
Un quadro, inoltre, che secondo alcuni sarebbe una sorta di paradosso, perché in questo modo il centrodestra, con la stragrande maggioranza delle amministrazioni comunali, avrebbe solo la presidenza della società partecipata dai Comuni, ma non la maggioranza del cda.
In questo scenario resterebbe, poi, da capire la linea del Pd, visto che perderebbe l’attuale componente del cda che fa riferimento ai dem. A meno che il nome indicato dai sindaci “civici” di centrosinistra o di centrodestra, non sia un esponente del Pd, però non indicato dal vertice del partito. Insomma aria di burrasca in tutte le coalizioni. L’attuale presidente Marco Trombini, inoltre, sarebbe molto vicino a presentare una sua candidatura per il cda.
Insomma si prospetta un’altra prova di forza per la gestione della governance di un settore tanto delicato e con tante novità all’orizzonte. Per nominare il cda servirà una doppia maggioranza, formata da 30 amministrazioni comunali e dalla rappresentanza di 600 quote sociali.
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