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Un corteo per dire no alle guerre

In piazza Matteotti partiti e associazioni per chiedere di fermare le armi. E Tosini critica la maggioranza comunale: “Dove sono?”.

Un corteo per dire no alle guerre

La manifestazione contro la guerra

No alla guerra: questo è il grido lanciato da piazza Matteotti, questo pomeriggio, 5 ottobre, dal Tavolo della pace, il cui coordinatore è Enrico Moro, ma che comprende tante associazioni, privati, realtà della città e forze politiche. “Perché nessuno della maggioranza è qui presente quando i consiglieri erano a conoscenza di questa manifestazione?” ha detto a gran voce Palmiro Tosini consigliere comunale del gruppo Pd. Presente tutto il campo largo del centro-sinistra, oltre al Pd, il Movimento 5 Stelle, i Verdi, arrivando sino a Rifondazione Comunista. Ma presente anche una larga rappresentanza della Civica per Gaffeo.

C’erano un centinaio di persone tutte rappresentanti diverse associazioni, da Libera ad Arcigay, da Anpi a Emergency passando per Amnesty e molte altre, tutte facenti parte del tavolo per la pace. Un momento voluto dunque per ricordare alla cittadinanza, ma soprattutto alle istituzioni, che sono internazionali i diritti di pace, per tutti i popoli, e che il massacro che si sta compiendo sotto gli occhi di tutti in Medioriente, ma anche in Ucraina, non può essere oggi possibile.

Enrico Moro ha affermato: “Ci troviamo di fronte a una situazione drammatica. Migliaia di civili, da ogni parte, perdono la vita senza motivo. Un massacro che sta continuando sotto gli occhi di tutti. Noi vogliamo ricordare che l’Onu deve essere portatrice di pace e che oggi abbiamo bisogno di nuove organizzazioni internazionali che veramente percorrano questo obiettivo perché la situazione è grave e non si può fare in modo che continui”.

Moro ha poi ribadito il testo della Costituzione italiana, in particolare l’articolo 11 in merito all’Italia che ripudia la guerra. “Lo Stato italiano - ha ribadito Moro - è in opposizione a ogni strumento di offesa della libertà di un popolo. Nessuno è chiamato ad aggredire. Oggi c’è bisogno di tavoli di mediazione, della diplomazia, di implementare i canali umanitari e di permettere mezzi che possano ripristinare la vita”. La parola è poi passata ai rappresentanti delle diverse associazioni presenti.

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