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Femca, rieletto Rigolin

La scelta

Femca, rieletto Rigolin

Enrico Rigolin è stato confermato segretario generale della Femca Cisl Padova Rovigo. Insieme a lui, al congresso della federazione energia, moda, chimica e affini della Cisl svoltosi oggi nell’abazia di Praglia, sono stati eletti Luca Sartore e Artika Ndrepepaj.

Rigolin ha esordito sottolineando la trasformazione che l’intelligenza artificiale porterà al mondo del lavoro. “Questi cambiamenti - ha detto - non sono privi di rischi. Uno dei principali è il sovraccarico cognitivo. L’eccesso di informazioni può rallentare le decisioni e aumentare stress e ansia. Sul piano occupazionale l’adozione massiccia dell’intelligenza artificiale sta accelerando il rischio di una prossima disoccupazione enorme e strutturale. Le mansioni più vulnerabili all’automazione sono quelle ripetitive e routinarie, ormai affidate a robot e algoritmi”.

La Femca si sta preparando ad affrontare queste sfide, per fare sì “che l’innovazione non sia sinonimo di perdita di diritti, ma di nuove opportunità. Servono investimenti nella formazione continua per riqualificare i lavoratori e prepararli alle nuove competenze richieste dal mercato. È necessario un dialogo costante con le istituzioni per regolamentare l’uso dell’iA e garantire una transizione equa e sostenibile. E soprattutto, dobbiamo riaffermare il valore della persona e del lavoro umano, che nessuna macchina potrà mai sostituire del tutto”.

Sulla fuga dei giovani all’estero: “Non si tratta di un semplice cambiamento, ma di una metamorfosi, guidata dai giovani. C’è una questione di natura culturale. Per i più giovani il lavoro sembra non avere più a che fare con un progetto di vita. Questa dinamica impone al sindacato di rinnovarsi e di riaffermare un modello di lavoro che metta al centro la persona. L’impegno lavorativo deve essere un’opportunità di crescita personale, di sviluppo di relazioni, di costruzione di comunità e di partecipazione al bene comune”. Altra sfida importante per la Femca è la transizione ambientale: “I settori produttivi sono chiamati a una maggiore responsabilità, ma il cambiamento deve essere globale: mentre in Europa si adottano misure rigorose, altre economie mondiali seguono direzioni opposte, rendendo necessario un riequilibrio delle politiche ambientali. Oggi, il rischio è che il lavoro venga ridotto a una mera variabile economica. Per il sindacato, invece, il lavoro resta una questione sociale, legata a inclusione, democrazia e partecipazione. Il nostro impegno è garantire che le trasformazioni in atto non penalizzino i lavorator”.

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