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Il legno che diventa arte e preghiera

Una serata che ha intrecciato spiritualità e riflessione contemporanea.

Il legno che diventa arte e preghiera

La presentazione del libro di Pier Luigi Bagatin

Venerdì scorso nella cornice della chiesa di San Bartolomeo a Rovigo, l’associazione culturale Minelliana e la parrocchia di San Bartolomeo hanno presentato l’opera “Le preghiere di legno dell’olivetano fra Giovanni da Verona” (Edizioni Antilia), scritta da Pier Luigi Bagatin, presidente dell’Accademia dei Concordi. Una serata che ha intrecciato arte, spiritualità e riflessione contemporanea attraverso la figura straordinaria di fra Giovanni da Verona, monaco olivetano e artista rinascimentale di fama, a cinquecento anni dalla sua morte. Scultore, miniatore, architetto, ma soprattutto maestro dell’intarsio ligneo, fra Giovanni seppe trasformare il legno in preghiera, offrendo visioni prospettiche e simboliche di straordinaria modernità. Le sue opere, disseminate tra Verona, Roma, Siena e Lodi, parlano ancora oggi con forza al nostro presente, ricordandoci il valore del silenzio, della manualità e della bellezza contemplativa.

A dialogare con l’autore è stato don Roberto Nardin, monaco benedettino dell’abbazia di Monte Oliveto e docente alla Pontificia Università Lateranense di Roma. La sua profonda conoscenza del mondo olivetano e la sensibilità spirituale hanno offerto al pubblico una lettura penetrante del libro e dell’opera del monaco-artista.

Il libro di Pier Luigi Bagatin non è un semplice omaggio a una figura del passato, ma un percorso di riscoperta e di attualizzazione. Nelle sue opere lignee - tra cui spiccano le celebri tarsie della sacrestia di Santa Maria in Organo a Verona, gli stalli di Monte Oliveto e gli scranni del Vaticano - il legno si trasforma in parola, in meditazione, in visione.

“In un’epoca come la nostra - ha detto l’autore - dominata dalla velocità, dall’effimero e dalla smaterializzazione dei contenuti, fra Giovanni ci ricorda l’importanza della materia, del gesto artigiano, del silenzio che si fa preghiera. I suoi paesaggi incisi, gli oggetti simbolici della Passione, le città ideali e i volumi scolpiti, ci invitano a contemplare, ad ascoltare, a fermarci”.

Con questa iniziativa “la città di Rovigo rende omaggio a un artista e a un uomo di fede che seppe fondere perfettamente spiritualità e arte”. La scelta della sede, la chiesa di San Bartolomeo, e della collaborazione tra Associazione Culturale Minelliana e Comunità Parrocchiale non è casuale: “è il segno di un dialogo fertile tra cultura e fede, tra passato e presente”.

L’incontro si è rivolto ad un pubblico di appassionati d’arte, studiosi, che si sono lasciati ispirare da un messaggio che attraversa i secoli con sorprendente attualità.

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