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L'INTERVISTA

Borile: "I Sindaci devono fare squadra per La Zona Logistica Semplificata (ZLS)"

La Zona Logistica Semplificata (ZLS) per il Polesine è un’opportunità da concretizzare

Borile: "I Sindaci devono fare squadra per La Zona Logistica Semplificata (ZLS)"

Stefano Borile, candidato alle Regionali con il Partito Democratico

La ZLS Porto di Venezia-Rovigo è stata istituita in Veneto con il DPCM del 5 ottobre 2022, a seguito della definizione di un Piano di Sviluppo Strategico redatto e approvato dalla Regione Veneto (DGR n.1106 del 6 settembre 2022). Il Piano di Sviluppo Strategico illustra ciò che la ZLS può offrire al territorio e alle imprese locali. La ZLS semplifica le procedure doganali e amministrative, rendendo più efficienti le operazioni portuali e favorendo investimenti, sviluppo economico e integrazione tra porto, industria e comunità. Ne abbiamo parlato con Stefano Borile, candidato alle Regionali del Veneto con il Partito Democratico, ingegnere libero professionista, consigliere comunale a Lendinara e con sedici anni di esperienza politica, dieci dei quali come dirigente provinciale del Partito Democratico.


Cosa può rappresentare per il Polesine la ZLS?
Borile: «L’istituzione della ZLS nel 2022 rappresenta il punto di partenza di una discussione iniziata già nel 2018. Il Piano di Sviluppo Strategico prevede agevolazioni per le imprese, sia di tipo amministrativo – semplificazioni burocratiche – sia economico, come i crediti d’imposta. Per il Polesine avrebbe potuto significare la possibilità di attrarre nuove imprese, anche da altri territori o dall’estero. In questo senso la ZLS rappresenta un’opportunità importante, anche se, purtroppo, i prograssi sono finora lenti».


Quali sono state le criticità principali?
«In primis, la lentezza nel prendere decisioni e nell’emanare norme e decreti necessari per attivare concretamente la ZLS. Le imprese chiedono chiarezza, rapidità e certezze. Inoltre, la mancanza di finanziamenti certi e congrui, come il sostegno tramite crediti d’imposta, ha rallentato gli investimenti. Gli 80 milioni stanziati per il 2025 (di cui si è venuto a conoscenza solo nei primi mesi del 2025) sono utilizzabili per investimenti effettuati dal 1° gennaio al 15 novembre di quest’anno, ma la richiesta andava presentata all’Agenzia delle Entrate tra il 22 maggio e il 23 giugno 2025. Burocrazia e ritardi hanno dunque limitato l’efficacia dell’iniziativa».


Cosa chiedono le imprese?
«Parliamo delle realtà insediate nei 18 Comuni polesani inclusi nella ZLS: Bagnolo di Po, Bergantino, Bosaro, Calto, Canaro, Castelmassa, Castelnovo Bariano, Ceneselli, Ficarolo, Fiesso Umbertiano, Gaiba, Melara, Occhiobello, Polesella, Rovigo, Salara, Stienta e Trecenta. Si tratta di centinaia di imprese, spesso di piccole dimensioni, ma fortemente interessate a investire in innovazione tecnologica per restare competitive sui mercati, consolidare l’occupazione e contribuire al benessere della comunità.»


Quali sono le agevolazioni previste?
«Parliamo del Credito d’imposta, un’agevolazione fiscale che può arrivare fino al 35% dell’investimento effettuato dal 1° gennaio al 15 novembre 2025. La richiesta va presentata all’Agenzia delle Entrate e riguarda investimenti in nuovi impianti, macchinari e attrezzature, nonché l’acquisto di terreni e immobili nuovi, costruzioni ex novo e ampliamenti immobiliari. Per quanto riguarda le semplificazioni amministrative, l’obiettivo è velocizzare tutte le pratiche relative alle aree comprese nella ZLS».


Qualcosa però non è andata bene. Cosa propone per affrontare questa criticità?
Borile: «Serve una maggiore unità di intenti: ai tavoli non sempre sono stati coinvolti tutti i soggetti che rappresentano il territorio. Occorre una condivisione più ampia della strategia e un’attenzione concreta alle piccole imprese. Faccio un esempio: prevedere un investimento minimo di 200.000 euro non favorisce le piccole realtà, eppure le PMI in Polesine rappresentano il 95% dell’economia. È indispensabile una sinergia più forte tra politica, istituzioni e imprese: leggere sulla stampa locale che ognuno dà la colpa agli altri non aiuta a far crescere il Polesine, anzi lo divide. Servono finanziamenti certi e costanti: non si possono stanziare contributi in ritardo, per un solo anno, senza un piano strategico pluriennale. Il Piano strategico va costruito insieme: infrastrutture, viabilità, formazione, scuola e servizi devono essere individuati in maniera condivisa, perché ciascuno porta il proprio contributo di storia, esperienza e competenza. Solo così si possono raggiungere gli obiettivi scritti nel Piano Strategico: +177.000 nuovi occupati, +40% export, +2,4 miliardi di investimenti. Altrimenti rimangono soltanto parole. Servono fatti concreti: nessuno verrà a investire in Polesine basandosi solo sulle promesse. E aggiungo: quando i Comuni si siedono allo stesso tavolo, dovrebbero saper guardare oltre i confini delle singole appartenenze politiche. Solo così si potrà costruire insieme il bene comune del Polesine e garantire un futuro al  territorio».

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