VOCE
29.06.2023 - 16:17
Rovigo è, in Italia, il terzo centro per spesa pro capite annuale nel gioco d’azzardo: nel Polesine, ogni anno, vengono spesi in lotto, enalotto, slot machine, altri giochi da casinò e scommesse sportive ben 2.042€ per ogni cittadino residente. Solo a Prato e Teramo si gioca di più, mentre in tutta Italia i giocatori dedicano al gioco oltre 88 miliardi di euro (dati riferiti al 2020), più di quanto lo Stato spenda per l’istruzione dei cittadini.
Purtroppo, a fronte di tanti giocatori per i quali le lotterie sono solamente di un diversivo, un divertimento o una passione, ve ne sono altri caduti nella trappola della dipendenza: la ludopatia è una piaga che colpisce i più deboli (giovani e giovanissimi, adulti già in situazioni economiche difficili, …), le cui conseguenze e le cui ricadute sono spesso tragiche non solo per il soggetto stesso, ma anche per le famiglie e per la società in generale, che alla fine ne paga i costi, in maniera diretta e indiretta.
Fortunatamente, consiglieri di opposizione e di maggioranza del comune di Rovigo sono uniti nel tentativo di porre un rimedio alla ludopatia, mediante l’avvio di politiche sanitarie di cura e di prevenzione della dipendenza, di sensibilizzazione al fenomeno e ai rischi che comporta e di controllo e regolamentazione dei punti gioco. In questo, gli sforzi dell’amministrazione comunale si uniscono a quelli dell’ULSS 5 Polesana: sportello ad hoc, servizi specifici, richiesta alla Regione di fondi da dedicare alla lotta alla dipendenza e altre iniziative dello stesso genre.
Le più recenti proposte dell’amministrazione di Rovigo si basano su un assunto comune: il gioco d’azzardo va considerato non solo come fonte di entrate, ma anche come “potenziale pericolo per la salute pubblica”. Tra le proposte della maggioranza, quindi, vi è la richiesta di modificare la pubblicità ingannevole del “Si vince sempre”, precludere le vincite in denaro ai minorenni e dedicare parte dei fondi, derivanti dal gettito fiscale proveniente dal gioco, alla prevenzione e alla cura della ludopatia.
La sentenza del Tar
Un successo importante è stata la sentenza del Tar del Veneto che, accogliendo l’ordinanza del Comune di Rovigo, ha definitivamente decretato l’imposizione di orari di esercizio delle sale giochi e di funzionamento delle slot machine (i titolari degli esercizi avevano provato ad opporsi a queste misure restrittive).
Lato strutture sanitarie, a Rovigo si insiste molto sull’importanza di sensibilizzare i medici generali, su una neonata associazione di auto mutuo aiuto e sul coinvolgimento delle scuole e delle famiglie. L’obiettivo ultimo di queste politiche è quello di mettere la dipendenza dal gioco sullo stesso piano della dipendenza da alcol e sostanze stupefacenti. Ma la strada da percorrere è ancora lunga, proprio come nel caso della dipendenza da internet o dello shopping compulsivo.
La dipendenza in Polesine
Se Comune e Asl sono così preoccupate per le conseguenze del gioco d’azzardo è perché dai dati più recenti emergerebbe che almeno 70 persone in tutta la provincia soffrono di ludopatia e sono prese in carico dai servizi sanitari: si tratta di giovanissimi, anche minorenni, e di adulti, fino a 45 anni di età.
A questi si aggiunge il lato sommerso del fenomeno, soprattutto laddove difficoltà relazionali, problemi economici e allontanamento della realtà rendono più difficile, se non impossibile, arrivare a censire i casi.
In provincia, sul lato controllo e repressione dei fenomeni criminosi legati al gioco d’azzardo, sono attivi i finanzieri.
La legge regionale del Veneto numero 38 del 10 settembre 2019, “Norme sulla prevenzione e cura del disturbo da gioco d’azzardo patologico”, ha provveduto ad un giro di vite sulle limitazioni alle sale gioco, ha stabilito distanze minime dai luoghi sensibili (come le scuole), orari di apertura delle attività, aumento delle tassazioni e delle sanzioni. Uno degli obiettivi è quello di uniformare il trattamento da comune a comune, per evitare fenomeni di migrazione dei giocatori verso le municipalità a regolamentazione meno rigida.
In applicazione di questa normativa, la Guardia di Finanza della provincia di Rovigo e la Tenenza di Lendinara hanno individuato tre sale giochi dove non erano rispettati gli orari di apertura, né il divieto di oscuramento delle vetrine. Inoltre, in due casi, sono scattate le denunce per i titolari per l’installazione nelle relative sale giochi di un particolare Pos, che consentiva ai giocatori di raggirare il limite dell’ammontare massimo giornaliero giocabile (configurandosi così, per i titolari dell’esercizio, anche la violazione delle norme del Testo unico bancario).
Sempre nella provincia veneta, nell’ambito dello stesso gruppo di controlli, sono state comminate 74 sanzioni amministrative a due sale gioco e ad un punto gioco, nell’are del comune di Occhiobello.
Lo sforzo esercitato dalla Guardia di finanza a tutela di consumatori, utenti e minori e il contrasto di ogni forma di illegalità hanno anche una conseguenza indiretta: economia e mercato del gioco d’azzardo funzionano correttamente e i principali beneficiari sono in primis i giocatori, e in secondo luogo i numerosi siti scommesse e i casinò online stranieri sicuri e testati su questa pagina, che offrono quindi un gioco sicuro e rispettoso dei diritti del giocatore.
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