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GIOCO DA TAVOLO

5 novembre: la giornata mondiale del Monopoly

Un gioco che ha conquistato il mondo e l'Italia.

5 novembre: la giornata mondiale del Monopoly

Monopoly: il famoso gioco da tavolo

Il 5 novembre 1935 segna una data storica per gli appassionati di giochi da tavolo in Italia: il Monopoly, il gioco che avrebbe conquistato generazioni, appare per la prima volta sugli scaffali dei negozi italiani. Questo evento rappresenta non solo l'introduzione di un passatempo che avrebbe attraversato decenni, ma anche l'inizio di un fenomeno culturale che avrebbe influenzato il modo di giocare e di pensare al gioco stesso. Inizialmente commercializzato dalla Editrice Giochi, il Monopoly è oggi un marchio della Hasbro, ma la sua storia è ben più complessa e affascinante di quanto si possa immaginare.

LE ORIGINI CONTROVERSE DEL MONOPOLY
Le origini del gioco da tavolo sono avvolte da un alone di mistero e controversia. Tradizionalmente, si attribuisce l'invenzione del gioco a Charles B. Darrow, un ingegnere della Pennsylvania, che nel 1934 propose il gioco alla Parker Brothers. Tuttavia, la storia racconta che il progetto inizialmente fu rifiutato, spingendo Darrow a produrre il gioco autonomamente. Le prime 5.000 copie vendute in un grande magazzino di Filadelfia furono un successo tale da convincere la Parker Brothers ad acquistare il gioco l'anno successivo. Ma la storia non finisce qui. Un'altra versione, più accreditata, sostiene che il Monopoly sia stato brevettato per la prima volta nel 1903 da Elizabeth Magie con il nome di "The Landlord’s Game". Questo gioco aveva uno scopo didattico: spiegare le teorie economiche di Henry George, in particolare il concetto di monopolio, ovvero il dominio del mercato da parte di un singolo venditore.


L'ADATTAMENTO ITALIANO: MONÒPOLI E LE LEGGI FASCISTE
Quando il Monopoly arrivò in Italia, il suo nome fu italianizzato in Monòpoli a causa delle leggi fasciste che vietavano l'uso di nomi inglesi. Anche i nomi delle strade furono adattati: le vie di New York e Londra furono sostituite con quelle della Milano dell'epoca. Tuttavia, alcuni nomi, come Vicolo Corto e Vicolo Stretto, rimasero inalterati. Dopo la caduta di Mussolini, alcuni nomi furono ulteriormente modificati per riflettere un contesto più neutrale.

UN FENOMENO GLOBALE: IL MONOPOLY OGGI
Ha conosciuto un successo straordinario, vendendo oltre due milioni di copie in soli due anni dalla sua introduzione. Da allora, il gioco è stato concesso in licenza in più di 100 paesi e tradotto in oltre 40 lingue. Si stima che circa 750 milioni di persone abbiano giocato al Monopoly nel mondo, un numero che testimonia la sua popolarità senza tempo. In Italia, il gioco ha subito un ulteriore cambiamento nel 2009, quando la Hasbro ha deciso di allineare la produzione italiana a quella europea, riportando il nome originale "Monopoly" dopo oltre 70 anni.

LE EDIZIONI TEMATICHE: UN GIOCO IN CONTINUA EVOLUZIONE
Sono state create numerose edizioni tematiche che hanno contribuito a mantenere vivo l'interesse per il gioco. Tra queste, troviamo Monopoli Euro, Monopoli città d’Italia, Monopoli Ferrari, Monopolino, Monopoli Disney. Queste varianti non solo arricchiscono l'esperienza di gioco, ma dimostrano anche la capacità del gioco di adattarsi ai tempi e alle culture diverse.

IL MONOPOLY COME SPECCHIO DELLA SOCIETÀ
Non è solo un gioco, ma un riflesso delle dinamiche economiche e sociali. Attraverso la compravendita di terreni e immobili, i giocatori sperimentano in modo ludico concetti complessi come il monopolio e la speculazione. Questo aspetto educativo, presente fin dalle origini del gioco con Elizabeth Magie, continua a essere una delle chiavi del suo successo. In un mondo in cui le dinamiche economiche sono sempre più complesse, offre un modo semplice e divertente per avvicinarsi a questi temi. Non è un caso che il gioco sia stato utilizzato anche in contesti educativi per spiegare concetti di economia e finanza. La sua capacità di adattarsi e rinnovarsi lo rende un fenomeno senza tempo, capace di unire generazioni diverse attorno a un tabellone.

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