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La presunzione del sapere

La presunzione del sapere

Donna velata (fine XVIII - inizi XIX sec. - Accademia dei Concordi)

L'11 dicembre 1974, Friedrich A. von Hayek vinse il premio Nobel per l'economia e, in quella occasione, tenne una lezione provocatoria dal titolo "La presunzione del sapere". Di fronte a una platea prestigiosa, Hayek si scagliò contro quegli economisti che, convinti dal proprio ego di sapere come funziona il mondo, trascurano la complessità della natura umana. Questi, secondo Hayek, si affidano a teorie astratte, rigide e staccate dalla realtà, ignorando che ogni decisione e azione umana ha conseguenze imprevedibili che si intrecciano con quelle degli altri individui. Non capiscono che si trovano di fronte a una realtà socio-politico-economica così intricata che non può essere governata da piani elaborati in una stanza chiusa. Nessun, meno che mai l’economista che si basa su modelli astratti, possiede tutte le informazioni necessarie per farlo.

Hayek metteva in guardia contro il pericolo di chi, convinto di saperla più lunga degli altri e avendo il potere di influire sulla società, finiva per provocare danni. Questi individui sono, a suo dire, "ebbri di successo" e la "presunzione di sapere" non è altro che l'arroganza di chi si sente onnisciente, di chi è rigido nel pensiero e incapace di conoscere la realtà e riconoscere i propri errori.

La critica di Hayek si può estendere da un certo tipo di economisti a tutti coloro che, pur ignorando le informazioni cruciali, si arrogano il diritto di decidere per gli altri, magari grazie al potere che detengono temporaneamente (il memento mori non sarebbe mai male in questi casi). Quella presunzione di cui parlava è l'arroganza di chi si rifiuta di comprendere la realtà, di mettersi in discussione, di chiedere scusa per i propri sbagli.

Quello che, solo apparentemente, sembra difficile da comprendere è come questi individui riescano ad avere tanti sostenitori e sostenitrici adoranti che li seguono acriticamente, come se fossero vittime di una sorta di sindrome di Stoccolma. Nonostante gli abusi, anche solo psicologici, e l’arroganza cieca cui sono sottoposti, finiscono per sviluppare una forma di ammirazione nei confronti di chi li tiranneggia e danneggia. E così, solo incredibilmente, si trovano a “innamorarsi” di chi ha la presunzione di sapere, anche quando le sue scelte causano danni a sé e agli altri.

Mah; è difficile capire gli esseri umani.

 

Giovanni Boniolo
Curatore di “Visioni & Altre Narrazioni” 

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