VOCE
VISIONI
12.03.2025 - 18:14
Ah, la buona educazione: quel piccolo dettaglio comportamentale che ci consente di sopravvivere nella giungla sociale senza sembrare completamente incivili. Si manifesta nei classici gesti come salutare, chiedere ‘Permesso’ o ‘Per favore’, ringraziare, riconoscere l'ospitalità e, naturalmente, rispettare quelle piccole regole “fastidiose” che esistono in ogni angolo della società: chiese, teatri, musei, ristoranti e persino nelle strade e nelle piazze. Non alzare troppo la voce o interrompere chi parla, non gridare nei luoghi pubblici, rispettare l’età e il ruolo … cose apparentemente insignificanti, insomma. In fondo, la buona educazione è quel modo di fare che ci rende persone piacevoli da frequentare, almeno finché non commettiamo l’errore di ignorare queste basilari convenzioni.
E poi c’è la gentilezza, quella qualità dello spirito che ci porta a essere emotivamente aperti agli altri, con il sorriso, la benevolenza, la delicatezza nel parlare e nell’agire. La gentilezza è la ciliegina sulla torta del nostro vivere, perché si può essere educati senza essere gentili, ma se si è gentili, sicuramente si è educati. Tuttavia, attenzione: essere gentili con gli arroganti e con i maleducati è un'opzione che non sempre conviene, a meno che non si tratti di voler praticare un particolare esercizio spirituale.
Sia la buona educazione che la gentilezza sono il frutto di un lungo e talvolta faticoso processo di apprendimento che comincia da bambini, quando i genitori dovrebbero iniziarci a ricordare l’importanza delle regole da rispettare. Poi ci sono gli insegnanti, che dovrebbero impartire “noiose” lezioni su come comportarsi a scuola. E non dimentichiamo gli allenatori, che non dovrebbero insegnare solo a calciare una palla, ma anche a vivere insieme correttamente. Se qualcuno o qualcuna manca di educazione (e di gentilezza), probabilmente non ha avuto la fortuna di crescere con modelli adeguati nei genitori, negli insegnanti o negli allenatori.
La buona educazione e la gentilezza non sono qualità innate, ma frutto di un processo di crescita che può non finire mai. Per questo è fondamentale che ci sia qualcuno o qualcuna che ce le insegni fin da piccoli. Entrambe sono essenziali per il buon vivere, anche se non sono sufficienti da sole. La buona educazione e la gentilezza sono l’anima necessaria ma non sufficiente del savoir vivre.
Giovanni Boniolo
Curatore di “Visioni & Altre Narrazioni”
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