VOCE
VISIONI
21.04.2025 - 15:43
Ogni giorno ci sono nuovi convegni sull’Intelligenza Artificiale (AI) e nuove voci parlano di paura per il futuro che ci aspetta. Ma...
Prima di tutto, l’AI non ha nulla a che fare con l’intelligenza umana, nonostante termini un po’ ingannevole (reti neurali, deep learning, allucinazioni...). Questa è una vecchia storia che viene dagli anni ‘50, quando non si sapeva quasi nulla (ora solo un po’ di più) né sul cervello, né su come funzionasse l’intelligenza umana e quando la ricerca e lo sviluppo di software e hardware era ben lontano da ciò che è ai giorni nostri.
Poi, l’AI si basa su due semplici cose: dati e modelli statistici che li interpretano. Se i dati sono validi, raccolti bene, strutturati correttamente e se i modelli statistici sono ben fatti, validati e progettati per scopi positivi, l’AI è un grande alleato in tanti settori. Se, invece, i dati sono fasulli, mal raccolti, mal strutturati e i modelli sono fatti male o con scopi ingannatori, beh, l’AI può diventare un bel guaio, soprattutto per chi non se ne accorge. Ma, attenzione, tutto dipende dai dati e dai modelli... che sono sempre frutto di noi umani! E indovinate un po’? Ci sono persone brillanti, oneste e impeccabili, ma anche individui che, come dire, hanno qualche pecca morale. Quindi, se dobbiamo temere qualcosa, non è tanto l’AI in sé, quanto gli esseri umani ... sì, proprio quelli che non sono così virtuosi come vorremmo e che usano o mal-usano l’AI per fini riprovevoli.
Inoltre, non è vero che l’AI distruggerà il lavoro. Ogni grande innovazione tecnologica ha comportato una rivisitazione del mercato del lavoro. È successo con la macchina a vapore, che ha tolto posti di lavoro usuranti (per fortuna!), creando nuove opportunità. La storia della tecnologia ci insegna che non c’è niente da temere, basta conoscerla un minimo per capire che i fantasmi sono solo nella nostra testa mentre i pericoli reali provengono da uomini e donne che della moralità se ne fanno un baffo.
Insomma, non dobbiamo temere l’AI o chi la usa per fini positivi. Dobbiamo temere chi la usa a scopi malefici, come la manipolazione o la disinformazione con fake news. Certo, non è facile riconoscere gli effetti della manipolazione e della disinformazione. Per farlo bisognerebbe studiare un po’ e conoscere e quindi saper valutare. Ma, attenzione, non c’è buona valutazione senza conoscenza appropriata e non c’è conoscenza appropriata senza studio. E se non avessimo voglia di studiare? Beh, peccato!
Giovanni Boniolo
Curatore di “Visioni & Altre Narrazioni”
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