VOCE
VISIONI
19.05.2025 - 18:58
L’occasione della morte di un Papa e dell’elezione di un nuovo Pontefice ci fa riscoprire liturgie, terminologie, prassi, attese e speranze che, per un certo periodo, avevamo dimenticato. Ma forse, e sperabilmente, dovrebbe anche indurci a riflettere sul ruolo del cattolicesimo, e del cristianesimo più in generale, nella nostra società e, soprattutto, nella nostra storia.
Che lo si voglia o no, che si sia credenti o meno, cristiani o meno, cattolici o meno, la religione cristiana, in tutte le sue varie e differenti confessioni, ha contribuito in modo profondo e duraturo a forgiare, lungo moltissimi secoli, ciò che chiamiamo, in modo inevitabilmente vago, “cultura europea” o “civiltà europea”. È innegabile che questo lungo periodo sia stato costellato tanto da speranzose visioni del trascendente e da profondi atti di carità e pietà, individuali e collettivi, quanto da guerre e morti, spesso causate da chi si riteneva detentore dell’unica vera interpretazione del Libro Sacro.
Non solo il cristianesimo, ma anche le radici giudaiche e pagane pervadono il sangue degli avi europei che ci hanno generato. Un giudaismo contenuto in molti testi che dovremmo conoscere ma di cui molti di noi non sanno nemmeno il nome. Un paganesimo greco reso epico nell’Iliade e nell’Odissea, così come quello norreno narrato nell’Edda di Snorri. Paganesimi ben presenti anche in coloro che hanno contribuito a costruire la nostra identità, come J.W. von Goethe, che seppe ritrarli magistralmente nella Notte di Valpurga e nella sua versione classica del Faust.
Siamo europei, e non dovremmo dimenticare ciò che paganesimo, giudaismo e cristianesimo hanno rappresentato per la nostra formazione umana e culturale. Tuttavia, un oblio pervasivo, frutto di un’ignoranza voluta e sempre più apprezzata, sta minando la nostra memoria storica, e con essa, noi stessi e il nostro futuro.
Tutti noi eravamo in attesa dell’elezione del nuovo Papa anche perché eravamo davanti a uno degli atti più profondamente costitutivi e performativi della nostra identità collettiva. Abbiamo gioito per la nomina di Leone XIV. Adesso siamo in attesa del suo operato. Attendiamo, sì, ma non limitiamoci al presente: ricordiamoci della storia di questa attesa. Una storia che non inizia 2.000 anni fa, ma 140.000 anni fa, con la comparsa di Homo sapiens: con i suoi timori e le sue paure, le sue aspettative, i suoi amori e i suoi odi, le sue narrazioni, i suoi miti e i suoi dèi.
Comunque sia: Vivat novus Papa! Vivat Leo XIV! Viva il nuovo Papa! Viva Leone XIV Es lebe der neue Papst! Es lebe Leo XIV! Long live the new Pope! Long live Leo XIV! Vive le nouveau Pape! Vive Léon XIV! ¡Viva el nuevo Papa! ¡Viva León XIV!
Giovanni Boniolo
Curatore di “Visioni & Altre Narrazioni”
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