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VISIONI

Sed libera nos a malo

Sed libera nos a malo

Un "capriccio" da: Varj capriccj inventati, ed incisi, dal celebre Gio. Battista Tiepolo e nuovamente pubblicati (1785) (Accademia dei Concordi)

Grazie a Isaiah Berlin, che ne ha cristallizzato il concetto già presente in autori precedenti, sappiamo che, oltre alla libertà positiva, ossia la libertà di pensare, dire e agire, esiste anche la libertà negativa, intesa come la libertà di non subire interferenze, soprattutto da parte di un potere istituzionale, sul pensiero, la parola e l’azione individuali. E il male può interferire pesantemente con le nostre azioni personali.

È per questo che ha senso riflettere, in particolare in modo laico, sul significato del “liberare” contenuto in quel sed libera nos a malo (“ma liberaci dal male”) del Padre nostro. Certo, non possiamo limitarci a chiedere solo al Dio in cui crediamo — se ci crediamo — di liberarci dal male, inteso in senso reale, metafisico o esistenziale. Dovremmo agire in prima persona, magari cominciando da ciò che potremmo definire il male sociale.

Potremmo, infatti, iniziare a liberarci da chi ci danneggia in quanto cittadini, per motivi di ego, per mero interesse personale, o per vantaggi della propria fazione o banda. E non sarebbe affatto sciocco pensare a un movimento di liberazione non solo da coloro che possiedono un ego ipertrofico senza motivo, o che sono intrinsecamente incapaci, o corrotti o ignobili, ma anche da coloro che, per codardia, non si oppongono a costoro e ne diventano complici; o da chi, per meschinità o per trarne visibilità, denaro o posizione, ne diventa sodale.

“Impegnativo!”, dirà qualcuno. Potremmo rispondere: “Dipende dal tipo di uomo o di donna che sei!”

 

Giovanni Boniolo
Curatore di “Visioni & Altre Narrazioni”

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