VOCE
CASA
24.07.2025 - 11:00
Il peso dell’inflazione si fa sentire in modo sempre più evidente nella quotidianità degli italiani, influenzando non solo la spesa alimentare o i carburanti, ma anche le decisioni legate alla casa. In un contesto economico che richiede maggiore attenzione al bilancio familiare, si assiste a un progressivo cambiamento nel modo in cui le persone si rapportano con l’ambiente domestico. L’arredamento, un tempo considerato un investimento a lungo termine o un elemento da rinnovare con regolarità per motivi estetici o funzionali, oggi viene spesso ridimensionato in termini di priorità.
La necessità di contenere i costi ha portato molti a rivedere le proprie abitudini, scegliendo soluzioni più economiche, versatili e durature. La casa continua a essere uno spazio fondamentale, soprattutto dopo la pandemia, ma viene vissuta con un occhio più attento alla spesa. Anche elementi come la scrivania, divenuti essenziali con la diffusione dello smart working, vengono ora scelti sulla base del miglior rapporto qualità-prezzo, piuttosto che per ragioni di stile o design.
Negli ultimi anni, la casa ha assunto un valore simbolico ancora più forte. È diventata il centro della vita privata e lavorativa, un rifugio da cui spesso si lavora, si studia e si trascorre la maggior parte del tempo libero. Tuttavia, mantenere questo spazio aggiornato e accogliente è diventato più complesso per via dei rincari generalizzati.
Secondo diverse indagini di settore, la spesa per l’arredo domestico è diminuita rispetto al periodo pre-pandemico, nonostante l’aumento dei prezzi. Le famiglie tendono a posticipare l’acquisto di mobili non essenziali, oppure optano per alternative low cost, anche di seconda mano. L’idea di acquistare pezzi d’arredo di design o prodotti artigianali viene spesso sostituita da scelte più funzionali e compatibili con il budget disponibile. Le piattaforme online e i marketplace dedicati al mobile stanno vivendo una nuova centralità, proprio perché offrono prezzi competitivi e una varietà di soluzioni per tutte le tasche.
Non è raro che chi deve arredare una stanza o rinnovare una parte della casa si rivolga a e-commerce specializzati. Molti scelgono di dare un’occhiata su https://it.vente-unique.ch/ per prendere spunto, confrontare offerte e valutare soluzioni alternative rispetto ai canali tradizionali. Questo comportamento segnala un cambiamento profondo: non si tratta più solo di risparmiare, ma di esercitare un maggiore controllo sulle proprie scelte.
L’arredamento low cost non è più visto come una scelta di ripiego, ma sempre più come un’opzione intelligente e coerente con i tempi. Le aziende che operano nel settore hanno risposto a questa tendenza ampliando le proprie linee di prodotti più accessibili, ma comunque in grado di soddisfare criteri di durabilità e funzionalità.
In questo scenario, l’estetica non viene necessariamente sacrificata. Al contrario, i produttori hanno capito che il pubblico è disposto a comprare mobili economici, a patto che non abbiano un aspetto economico. Il design minimale, i materiali sostenibili e le soluzioni salvaspazio rispondono a esigenze concrete, rendendo possibile arredare con gusto anche senza disporre di grandi cifre.
Gli italiani si dimostrano pragmatici: rinunciano magari al rinnovo completo di una stanza, ma investono su singoli elementi chiave. Un tavolo da pranzo allungabile, una scrivania modulare per il lavoro da remoto o un divano letto per ospitare amici e parenti diventano scelte strategiche. In molti casi, si preferisce acquistare un solo mobile funzionale anziché cambiare l’intero arredo di una stanza. Questa logica, in passato legata a periodi di crisi economica, oggi sembra invece frutto di una maturazione nella gestione del budget domestico.
Un altro fenomeno che merita attenzione è la crescita del mercato dell’usato e del ricondizionato anche nel settore dell’arredo. Le piattaforme digitali che permettono la vendita tra privati, così come quelle specializzate nel recupero e nella rivendita di mobili rigenerati, stanno attirando un pubblico sempre più ampio. La motivazione non è solo economica, ma anche ambientale: evitare sprechi e ridurre l’impatto ambientale sono tematiche sempre più presenti nella coscienza collettiva.
Acquistare una libreria, un armadio o una scrivania di seconda mano consente di risparmiare, ma anche di contribuire a un’economia più circolare. Questo tipo di approccio viene spesso affiancato dal cosiddetto “restyling fai-da-te”, ovvero il rinnovamento creativo di mobili usati attraverso verniciature, sostituzione di maniglie o modifiche strutturali. Si tratta di un’attività che unisce risparmio e creatività, e che ha trovato una comunità attiva e partecipe, soprattutto online.
Il consumatore italiano appare oggi più attento, informato e selettivo. Prima di acquistare un mobile, tende a documentarsi in modo approfondito, leggendo recensioni, confrontando prezzi e valutando alternative. Il valore percepito dell’acquisto non si basa più solo sull’estetica, ma sulla durabilità del prodotto, sulla facilità di montaggio, sull’assistenza post-vendita e sulla sostenibilità della filiera produttiva.
L’acquisto d’impulso lascia sempre più spazio a decisioni ponderate, talvolta precedute da settimane di ricerca. Anche per questo motivo, i rivenditori che offrono descrizioni dettagliate, video dimostrativi e assistenza in tempo reale risultano preferiti. L’esperienza d’acquisto, dunque, si evolve insieme al contesto economico e si adatta alle nuove priorità del pubblico.
Inoltre, l’esigenza di ottimizzare gli spazi spinge molte famiglie a scegliere soluzioni modulari o multifunzione, come letti con contenitore o scrivanie pieghevoli. L’obiettivo è massimizzare ogni metro quadrato disponibile, specie nelle abitazioni urbane, dove le dimensioni ridotte impongono compromessi.
Il risparmio legato alla casa non si ferma all’arredamento. Cresce l’attenzione ai costi energetici, ai consumi idrici, alla manutenzione ordinaria e straordinaria. Molti decidono di intervenire sull’isolamento termico o di installare elettrodomestici più efficienti per ridurre le bollette nel medio periodo. Anche la scelta dei materiali per le ristrutturazioni subisce l’influenza del contesto economico: si prediligono soluzioni economiche ma funzionali, come i pavimenti in laminato o le pitture murali lavabili.
La domotica, pur restando una nicchia per ora, viene valutata con sempre maggiore interesse, soprattutto in relazione alla possibilità di monitorare e ridurre i consumi. L’uso consapevole della tecnologia all’interno dell’ambiente domestico rappresenta un’opportunità concreta per chi desidera risparmiare senza rinunciare al comfort.
Infine, si rileva una crescente tendenza al “fai da te” anche negli interventi di manutenzione, piccoli lavori elettrici o idraulici. Le piattaforme video e i forum tematici hanno reso più accessibili conoscenze prima riservate ai professionisti. Questo consente alle famiglie di ridurre i costi dei servizi e di acquisire maggiore autonomia nella gestione della casa.
Una delle risposte più significative all’aumento dei costi abitativi è la trasformazione stessa dei modelli di convivenza. L’aumento degli affitti nelle grandi città e la difficoltà ad acquistar casa hanno incentivato formule alternative come il co-housing, il frazionamento degli spazi o l’affitto condiviso.
In queste soluzioni, l’arredamento assume un ruolo ancora più pragmatico: deve essere resistente, facile da pulire e adatto a un utilizzo frequente e condiviso. La personalizzazione passa in secondo piano, lasciando spazio alla praticità. Si investe maggiormente in pezzi “strategici”, capaci di adattarsi a diverse configurazioni e di durare nel tempo, in un’ottica di mobilità abitativa più elevata rispetto al passato.
Allo stesso tempo, l’idea di “casa definitiva” tende a svanire. Le nuove generazioni, in particolare, preferiscono soluzioni flessibili e transitorie, anche nell’arredamento, considerando il trasloco come una possibilità concreta e frequente. Questo ha un impatto diretto sulla tipologia di mobili scelti: leggeri, smontabili, facili da trasportare o da rivendere.
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