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Dalle slot ai selfie: perché l’industria del gioco punta tutto sull’autenticazione SPID

Dalle slot ai selfie: perché l’industria del gioco punta tutto sull’autenticazione SPID

Quando i primi casinò online italiani hanno aperto, la procedura di registrazione era lunga e macchinosa: scanner del documento, foto del viso accanto alla carta d’identità, attese di ore per la verifica manuale.

Oggi, invece, basta cliccare su “Entra con SPID”, confermare con l’app PosteID (o un altro identity provider) e in meno di un minuto si è dentro. In apparenza è soltanto un piccolo passo di UX, in realtà è l’indizio di uno spostamento strutturale: l’intero settore del gambling sta abbracciando il Sistema Pubblico d’Identità Digitale.

In questo articolo vediamo perché — e con quali conseguenze.

1. Lo SPID entra in scena: cronologia di una svolta

Il Sistema Pubblico d’Identità Digitale nasce nel 2016 per dare a cittadini e imprese un’unica chiave d’accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione. Per anni resta confinato a Inps, Agenzia delle Entrate e pochi altri portali.

 

Nel 2020, complici lo smart working e il boom dei bonus fiscali, gli utenti superano quota 30 milioni. Gli operatori privati cominciano a sperimentare: e-commerce, banche, assicurazioni… e ovviamente i casinò.

 

Il salto di qualità arriva nel 2024, quando alcune sale online aprono la registrazione “SPID first”. Poi, ad aprile 2025, l’Agcom pubblica il nuovo regolamento sulla verifica dell’età: entro sei mesi l’accesso ai contenuti vietati ai minori — pornografia e gioco d’azzardo inclusi — dovrà passare da strumenti certificati come SPID o CIE.

 

Dal 18 ottobre 2025 lo SPID diventerà obbligatorio per registrarsi ai casinò online italiani.

2. Regole e pressioni che spingono verso l’identità digitale

La decisione di Agcom non è piovuta dal nulla. Il Digital Services Act europeo chiede verifiche d’età affidabili per i servizi VM18; a livello nazionale il Decreto Legislativo 41/2024 ha rafforzato gli obblighi KYC per gli operatori di gioco a distanza. Il messaggio è chiaro: niente più spunte “dichiaro di essere maggiorenne”, servono prove solide.

 

L’Autorità Agcom ha imposto che dal 2025 l’accesso ai siti di gioco d’azzardo avvenga solo con SPID, CIE o sistemi equivalenti di verifica dell’età.

2.1 Antiriciclaggio e KYC più stringenti

Al di là della protezione dei minori, c’è il tema antiriciclaggio. Il recepimento delle direttive UE ha reso più rigida l’adeguata verifica della clientela: i casinò devono identificare l’utente, monitorarne le transazioni e segnalare comportamenti sospetti. L’onboarding via SPID delega gran parte di questo sforzo all’identity provider pubblico.

 

Nel primo semestre 2024 sono stati aperti 2,7 milioni di nuovi conti gioco online in Italia, +7% sull’anno precedente,

3. I motivi economici: perché agli operatori conviene

  1. Costi di onboarding più bassi – Un servizio di verifica documentale manuale costa in media 1 € per utente. Con SPID il controllo è esterno e in tempo reale.
  2. Meno frodi e account multipli – L’identità è unica e personale, difficile “riciclare” un profilo per prendere più bonus.
  3. Conversion rate più alto – Su mobile la frizione psicologica di caricare un documento è altissima; cliccare sull’app SPID è quasi immediato.

 

Un responsabile CRM di un grande operatore (che preferisce restare anonimo) ci conferma che la percentuale di utenti completati è passata dal 72% al 91% dopo l’introduzione del bottone SPID.

4. Effetti per i giocatori

Per l’utente medio i vantaggi sono tangibili:

  • Velocità: registrazione in 60 secondi, senza scansioni.
  • Sicurezza: i dati viaggiano cifrati e restano presso il provider di identità.
  • Tutela: i minori e gli auto-esclusi non possono bypassare il blocco.

 

Ma non mancano le ombre: circa 4 milioni di italiani non hanno ancora SPID (o non ricordano le credenziali). Per i meno alfabetizzati o per chi vive all’estero l’accesso potrebbe complicarsi.

5. Box – Dove trovare i casinò che hanno già attivato SPID

Chi vuole provare subito l’iscrizione “one-click” può consultare la guida comparativa di casinò online con SPID. La pagina elenca operatori ADM già compatibili, i relativi bonus di benvenuto e i passaggi per l’uso dell’identità digitale.

 

6. Uno sguardo oltre l’Italia

La Francia sta sperimentando il pass “PEGI Verify” per il porno, la Germania punta sull’eID integrata nelle carte d’identità, mentre l’Estonia utilizza il suo ID Card sin dal 2002.

L’arrivo di eIDAS 2.0 e del Wallet europeo di identità digitale renderà interoperabili tutti questi sistemi: un giocatore tedesco potrà registrarsi su un casinò italiano usando il suo wallet e viceversa. Gli operatori che avranno già rodato lo SPID saranno avvantaggiati.

7. Rischi e lati oscuri

  • Esodo verso l’offshore – Se per giocare serve SPID, chi non lo vuole potrebbe spostarsi su siti .com non autorizzati, aggirando i blocchi con una VPN. Questo rischia di erodere la quota legale.
  • Data-breach – Centralizzare la login riduce le superfici di attacco, ma se un provider SPID viene violato gli effetti a catena sarebbero gravi.
  • Dipendenza dal digitale – Il settore rischia di tagliare fuori categorie fragili che non hanno competenze o dispositivi adeguati.

Il volume di denaro speso dagli italiani in giochi d’azzardo ha superato 157,4 miliardi di euro nel 2024. Il dato evidenzia quanto il comparto incida sull’economia: una fuga anche minima verso l’illegalità potrebbe valere miliardi di euro e migliaia di posti di lavoro.

 

8. Dal Wallet europeo alle biometrie: cosa ci attende

Il regolamento eIDAS 2 prevede un “European Digital Identity Wallet” interoperabile. L’ipotesi è che, dal 2026-27, i casinò ADM possano offrire login con un click a qualunque cittadino europeo.

 

Allo studio anche soluzioni di biometria passiva (riconoscimento facciale in background) combinate con il wallet: l’idea è far scomparire del tutto le credenziali.

 

Gli operatori italiani stanno già testando software di behavioural analysis per riconoscere tentativi di frode (ad esempio pattern di mouse identici su più account). Il passo successivo sarà incrociare questi segnali con i dati certificati dallo SPID/wallet, chiudendo ulteriormente le porte al “bonus abuse”.

9. Conclusione

L’adozione dello SPID nei casinò non è un capriccio tecnologico: è la risposta a un intreccio di norme, esigenze di sicurezza e obiettivi di business. Per lo Stato significa maggior controllo, per gli operatori meno costi e più conversioni, per i giocatori un accesso più rapido — ma anche l’obbligo di uscire dall’ombra.

 

La partita ora si gioca su due fronti: da un lato accelerare l’inclusione digitale per non lasciare indietro nessuno, dall’altro impedire che l’obbligo SPID diventi il pretesto per tornare al gioco illegale.

 

Prima di aprire un nuovo conto gioco, quindi, il consiglio è doppio: avere SPID a portata di smartphone e informarsi su quali operatori lo integrano in modo trasparente. Perché nel casinò del futuro, la tua identità sarà la tua fiche d’ingresso.

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