VOCE
21.11.2025 - 15:45
La maggior parte dei proprietari pensa che un'auto parcheggiata consumi meno componenti. In realtà, l'immobilità accelera il deterioramento: la batteria si scarica in poche settimane, i pneumatici si deformano, i liquidi perdono le loro proprietà. Come riferisce l'Annuario Statistico ACI 2025, in Italia il 42,5% del parco auto supera i 15 anni e la spesa media annua per manutenzione raggiunge i 4.000 euro. Capire come gestire un veicolo fermo può prevenire guasti costosi.
Un'auto inutilizzata subisce processi chimici e meccanici continui anche da spenta. La batteria perde carica per alimentare centraline, antifurto e sistemi elettronici. Come spiega AUTODOC, "alla domanda dopo quanto si scarica la batteria di un'auto ferma, si può rispondere che la carica può durare da qualche settimana a un paio di mesi, a seconda del veicolo, oltre che del tipo di batteria interessato". I pneumatici sviluppano deformazioni permanenti, l'olio motore si separa dagli additivi lasciando componenti interni senza protezione, le guarnizioni in gomma si seccano. Una batteria con meno di quattro anni può resistere fino a quattro settimane, mentre quelle più vecchie rischiano lo scaricamento già dopo tre settimane.
Il deterioramento di un'auto ferma segue una progressione prevedibile. L'infografica seguente mostra visivamente come i danni si accumulano nel tempo: dalla perdita del 20% di carica della batteria nelle prime due settimane, all'inizio del flat spotting dopo tre-quattro settimane, fino all'ovalizzazione semi-permanente dei pneumatici dopo uno-due mesi e ai gravi rischi di corrosione oltre i sei mesi.

Nelle prime due settimane, la batteria perde circa il 20% della carica mentre i sistemi elettronici continuano a consumare energia. La pressione dei pneumatici diminuisce leggermente e il peso del veicolo si concentra su un'area ridotta della gomma.
Tra tre e quattro settimane, la batteria rischia lo scaricamento completo, soprattutto nei veicoli recenti. Inizia il fenomeno del flat spotting — la deformazione dei pneumatici nel punto di contatto con il suolo.
Dopo uno o due mesi, i danni diventano evidenti. I pneumatici sviluppano un'ovalizzazione semi-permanente che causa vibrazioni durante la guida. Secondo Continental, dopo un mese le probabilità di deformazione irreversibile aumentano notevolmente. L'olio motore si deposita completamente sul fondo, la batteria risulta scarica anche su veicoli recenti.
Tra tre e sei mesi, le guarnizioni sviluppano micro-crepe, il carburante si deteriora (specialmente con etanolo), il liquido freni assorbe umidità riducendo l'efficacia della frenata. Le pastiglie possono attaccarsi ai dischi per la ruggine superficiale.
Oltre sei mesi, aumenta il rischio di corrosione interna nel motore, i tubi in gomma possono creparsi, la ruggine si forma nel serbatoio se il carburante è basso. La struttura interna dei pneumatici può danneggiarsi definitivamente.
Per veicoli poco utilizzati, seguire gli intervalli temporali è più importante dei chilometri. La tabella mostra le frequenze raccomandate:
Componente |
Frequenza | Motivazione |
Batteria (controllo) |
Ogni 2 settimane |
Scaricamento dispositivi attivi |
Pneumatici (controllo) |
Ogni 2 settimane |
Deformazione e perdita pressione |
Percorrenza minima |
15-20 km/settimana |
Temperatura esercizio completa |
Olio motore |
Ogni 12 mesi |
Ossidazione additivi |
Liquido freni |
Ogni 24 mesi |
Assorbimento umidità |
Liquido raffreddamento |
Ogni 24-36 mesi |
Degradazione anticorrosivi |
Il controllo bisettimanale della batteria è fondamentale perché una batteria carica dura da una a tre settimane senza utilizzo, periodo che si riduce con batterie vecchie o numerosi dispositivi elettronici. I pneumatici richiedono attenzione costante perché il flat spotting inizia dopo pochi giorni, diventando problematico dopo un mese.
Con 4.000 euro di spesa media annua in Italia, prevenire i danni da fermo riduce significativamente i costi. Una batteria nuova costa 80-200 euro, un set di pneumatici 300-800 euro, le guarnizioni oltre 500 euro. Un mantenitore di carica da 30-50 euro rappresenta un investimento minimo rispetto alle riparazioni.
I veicoli oltre i 15 anni, che rappresentano quasi la metà del parco italiano, sono particolarmente vulnerabili. Componenti usurati si deteriorano più rapidamente e i ricambi costano di più.
Dopo un fermo, monitora questi segnali: motore che fatica ad avviarsi, vibrazioni al volante, freni che stridono, spie accese sul cruscotto. Non ignorare questi avvisi — anticipano guasti più gravi.
Prima di usare un'auto ferma da mesi, verifica pressione pneumatici, livelli dei liquidi ed eventuali perdite. Se il motore non parte, evita tentativi ripetuti che scaricano la batteria. Usa cavi di emergenza o un caricabatterie. Nei primi chilometri, guida con prudenza.
Gli esperti AUTODOC consigliano un controllo completo in officina dopo fermi oltre sei mesi per individuare problemi non evidenti prima che causino guasti durante la guida.
Fonti: Annuario Statistico ACI 2025, AUTODOC, Continental Pneumatici, First Stop Italia,AUTODOC .
Quanto tempo può stare ferma un'auto senza danneggiarsi?
Un'auto con batteria in buone condizioni può restare ferma 3-4 settimane senza grossi problemi. Dopo due settimane la batteria perde il 20% della carica e i pneumatici subiscono deformazioni. Per fermi superiori al mese, usa un mantenitore di carica e aumenta la pressione dei pneumatici di 0,2-0,5 bar.
È sufficiente accendere il motore ogni settimana o devo guidare?
No, non basta. Devi percorrere almeno 15-20 chilometri ogni settimana per portare tutti i componenti alla temperatura di esercizio. Solo guidando l'olio circola completamente, la batteria si ricarica e i freni si puliscono dalla ruggine.
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