VOCE
Energia
02.12.2025 - 12:07
Il Veneto è una delle regioni italiane più avanti nello sviluppo delle FER (le fonti energetiche rinnovabili), sia in termini di energia prodotta sia in relazione agli impianti operativi presenti sul territorio regionale. Dai dati pubblicati durante l’anno in corso dal GSE (il Gestore dei Servizi Energetici) e dal Gruppo Terna (la società che si occupa della gestione delle reti e del dispacciamento dell’elettricità) si evince come le performance del Veneto siano tra le migliori a livello nazionale.
Stando a quanto riportato all’interno dell’ultimo rapporto pubblicato da Terna, relativo alla produzione nazionale, nel 2023 il Veneto ha prodotto complessivamente 8.243,5 GWh di energia elettrica da fonti rinnovabili. La quota maggiore (3.607,6 Gwh) proviene dalle centrali idroelettriche, seguita da quella del fotovoltaico (2.886,2 Gwh) e dalle bioenergie (1.728,4 GWh). Confrontando i dati relativi alle altre regioni, nel periodo di riferimento il Veneto è stata la quinta regione per produzione complessiva di energia elettrica da fonti rinnovabili; meglio hanno fatto soltanto il Piemonte, la Lombardia, il Trentino e la Puglia.
Guardando, invece, ai singoli segmenti di produzione, nel 2023 il Veneto si piazza al 4° posto per produzione di energia idroelettrica rinnovabile e fotovoltaica nonché al 3° posto per la produzione di bioenergie.
Le rinnovabili rappresentano una risorsa cruciale per la differenziazione del mix energetico, non solo a livello nazionale ma anche - se non soprattutto - locale. Pertanto, il loro sviluppo è di fondamentale importanza non solo per ridurre l’impatto sull’ambiente delle attività civili, industriali e commerciali ma anche per calmierare i prezzi in bolletta. Negli ultimi anni, infatti, il mercato italiano ha fatto registrare sensibili rincari, con notevoli ripercussioni a carico degli utenti finali. I prezzi dell’energia elettrica, in Italia, sono tra i più alti d’Europa, perlopiù a causa della stretta dipendenza dal gas (il principale vettore energetico per la produzione di elettricità), il cui prezzo - piuttosto instabile - rende molto volatile quello dell’energia elettrica.
Risultato? Per milioni di utenti è praticamente impossibile prevedere le spese energetiche su base mensile. Ad essere maggiormente esposti alle fluttuazioni di mercato sono i clienti che hanno scelto offerte a prezzo indicizzato, ossia formule che prevedono una tariffazione dei consumi basata sull’andamento di un indice di riferimento (il PUN Index GME).
Di contro, esistono anche alternative più ‘stabili’, in quanto meno sensibili all’andamento altalenante del mercato; tra queste, vi sono le offerte di Reset Energia, il fornitore di energia elettrica 100% green (certificata dalle Garanzie di Origine) che da quando ha fatto il proprio ingresso nel mercato energetico italiano ha rivoluzionato il modo in cui la fornitura di energia elettrica viene percepita. Si tratta di un’azienda facente parte di un gruppo industriale più grande, già attivo nel settore delle forniture, che implementa un approccio distante dai modelli tradizionali. Con l’intento di coniugare sostenibilità e trasparenza, Reset offre agli utenti privati la possibilità di scegliere un servizio di fornitura in abbonamento a canone mensile fisso associato ad una specifica fascia di consumo. Cosa vuol dire? Che, in sintesi, i clienti possono scegliere sia quanto consumare sia quanto spendere ogni mese. Il canone proposto da Reset, infatti, comprende non solo il costo dell’energia ma anche gli oneri generali e di sistema, le imposte e l’IVA. Rispettando la ‘fascia’ di consumo prescelta, è possibile sapere in anticipo a quanto ammonterà la propria bolletta, a prescindere dall’evoluzione dei prezzi del mercato dell’energia.
Secondo l’ultimo rapporto sul fotovoltaico in Italia realizzato e pubblicato dal GSE, a fine 2024 erano operativi in Veneto 259.069 impianti fotovoltaici, il secondo dato più alto dopo quello della Lombardia. La potenza installata, invece, ammonta a 3.748 MW (anche in tal caso, il dato regionale è il secondo migliore a livello nazionale dopo quello della Lombardia). Circa la produzione lorda, il rapporto del GSE riporta una quota di 3.220 MW totali, che fa del Veneto la quarta regione d’Italia dopo Puglia, Lombardia ed Emilia-Romagna.
Anche per quanto concerne il numero dei sistemi di accumulo, il Veneto si piazza dietro la Lombardia (e al secondo posto su scala nazionale) con 89.538 unità attive. Al contempo, primeggia per capacità di accumulo, grazie ai 1.190 MWh disponibili.
A fine 2024, scrive il GSE, “tra le regioni italiane, il primato in termini di potenza fotovoltaica installata è rilevato in Lombardia (4,96 GW, pari al 13,4% del totale nazionale), seguita dal Veneto (3,75 GW)”. Al termine dello scorso anno, il Veneto ha registrato - rispetto al 2023 - un aumento del 14% del numero degli impianti attivi e del 18% della potenza installata; gli impianti di taglia media sono cresciuti del 4%, in linea con la media nazionale.
I rilievi statistici dimostrano come il comparto fotovoltaico veneto sia uno dei più sviluppati d’Italia; non sorprende, quindi, che il settore occupi un posto centrale nel NPER (Nuovo Piano Energetico Regionale) approvato lo scorso agosto dal Consiglio Regionale. Tra gli obiettivi strategici di quest’ultimo figura l’incremento della “quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e vettori energetici verdi” da perseguire mediante azioni specifiche, incluse il “sostegno all'acquisto e all'installazione di impianti fotovoltaici (compresi i sistemi di accumulo) ad uso civile” e per le imprese. Il NPER prevede, inoltre, incentivi per la realizzazione di impianti minieolici e geotermici a bassa entalpia, oltre al revamping o repowering di impianti esistenti. In aggiunta, il Nuovo Piano Energetico Regionale introduce, tra le iniziative rivolte alla diffusione della cultura energetica, “attività formativa nell'ambito dell'iniziativa Patto dei Sindaci (Covenant of Mayors) sui temi dell’efficienza energetica, della riduzione delle emissioni di gas serra e sullo sviluppo delle fonti rinnovabili”.
Il Veneto fa parte della governance del Patto dei sindaci assieme ad altre undici regioni (Calabria, Puglia, Lazio, Piemonte, Sicilia, Emilia-Romagna, Abruzzo, Toscana, Marche, Sardegna, Friuli-Venezia Giulia). Queste, come spiega il rapporto annuale ENEA sull’efficienza energetica, “rivestono il ruolo di coordinatori locali, con il compito di promuovere la predisposizione dei PAESC (Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima, ndr) attraverso il supporto tecnico e finanziario ai comuni”.
La Regione Veneto, spiega il rapporto ENEA, “ha avviato un percorso di accompagnamento ai comuni per l'adesione al PAESC, un programma di formazione e sensibilizzazione destinato agli enti regionali, oltre che un adattamento della piattaforma PAESC di ENEA per i propri comuni. Inoltre, favorisce il finanziamento di azioni già comprese nei PAESC attraverso bandi FESR in cui l’adesione al patto dei sindaci è un criterio di accesso”.
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