VOCE
L'incontro
19.10.2018 - 19:59
Vittorio Munari, grande rugbista e oggi commentatore sportivo, è stato gradito ospite del Rotary Club di Rovigo e ha tenuto una conferenza nella sala Oliva dell’Accademia dei Concordi dal titolo: “Nello sport e negli affari i valori sono negoziabili? Cosa offre il rugby?”. Tema importante, che è stato trattato con parole ora serie, ora più lievi e con battute scherzose che hanno reso facilmente comprensibile il pensiero del relatore.
Il rugby come metafora della vita? Alla domanda retorica e provocatoria del titolo, Munari ha risposto di no: non esistono valori negoziabili, perché i valori sono le idee, i comportamenti, i convincimenti più intimi che una persona possiede e mette a fondamento delle proprie azioni, sia che sia uno sportivo, un imprenditore, un operaio, una persona qualsiasi; meglio, sono i rifermenti che una persona pone a guida del proprio agire quando gioca, quando lavora, quando discute, in una parola: quando vive. Sono le radici identitarie di una persona e la bussola che ne indica la direzione di marcia. Perciò devono essere professati, ma prima ancora vissuti, e sempre difesi.
Allora “il fine giustifica i mezzi” ha senso solo se nei fini sono impliciti i valori in cui crediamo, altrimenti tutto scade a mera sopraffazione degli uni sugli altri. E perché i valori possano essere perseguiti in modo virtuoso sono necessarie regole comportamentali. Ecco quindi che il rugby, gioco di squadra, ci può dare una mano nella comprensione di tutto questo, indicando valori da seguire e regole da applicare: la disciplina, non imposta ma condivisa e fatta propria; e poi il rifiuto dell’alibi inteso come autogiustificazione del limite e dell’insuccesso e con esso la motivazione a esplorare i nostri limiti e a superarli per essere domani uomini migliori di oggi; la condivisione di valori e fini, la leadership, il mutuo sostegno, l’ etica comportamentale, lo spirito di appartenenza.
Fondamentale è poi l’automotivazione, la forza che ognuno sa trovare all’interno di sé per partecipare a un progetto con il fine di portarlo a compimento, aiutando i propri compagni di cammino a fare altrettanto, realizzando insieme quanto si era preventivato. Da ultimo: il senso di appartenenza, la consapevolezza di essere all’interno di un gruppo, di una organizzazione, di una società con un obiettivo comune da perseguire, in cui si condividono idee, mezzi e modalità operative.
In definitiva: avere la capacità di sognare in grande e tentare di realizzare quello che si è immaginato.
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