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Poncina, storia di un bomber eterno

L'attaccante classe 1981 ha collezionato in tutta la sua carriera circa 250 reti

Poncina, storia di un bomber eterno

Anche il calcio polesano ha il suo Zlatan Ibrahimovic. Ma, a differenza del fuoriclasse del Milan, da mesi ai box e ormai vicino al ritiro, il “nostro” lotta e sgomita tutte le domeniche. Senza troppa voglia di fermarsi. E, quattro giorni fa, si è sbloccato per la prima volta in questo campionato, aprendo le danze nel 5-1 con cui la Tagliolese ha battuto il Polesine Camerini nel derby polesano del girone G di Prima categoria.

Parliamo dell'attaccante classe 1981 Manuel Poncina, coetaneo di Ibra con i suoi 41 anni (saranno 42 a gennaio), chioggiotto purosangue ma polesano d'adozione: quasi tutte le sue circa 250 reti in carriera le ha segnate nella nostra provincia. Insomma, un vero e proprio highlander del gol.

Poncina, il suo nome è entrato ancora tra nel tabellino dei marcatori, come avviene da fine anni Novanta... "Gioco in prima squadra dal 1997, quando iniziai con l'Adriese, e sono riuscito a segnare in ogni campionato, compresi quelli flagellati dal Covid. Ibra ha cominciato a fare gol dal 1999? Con lui condivido l'età, ma il paragone mi fa sorridere. Ovviamente è lontano. Diciamo che mi diverto a vederlo giocare".

Come Zlatan, però, nei suoi 25 anni di carriera ha cambiato diversi club. E vinto tanto.

"A parte la parentesi nella Primavera del Chievo, in prima squadra ho giocato con Adriese, Sottomarina, Scardovari, Bagnoli, Vigonza, Loreo, Porto Viro e, da fine 2018, Tagliolese. Non sono abituato a contare i gol, ma credo di averne realizzati sui 250. Trofei? Otto campionati vinti e due coppe. La mia fortuna è stata crescere in un'era ricca di giocatori importanti, vedi Bertipaglia e Vigorelli ai tempi dell'Adriese, da cui rubare per imparare".

Sarà possibile vincere anche con la Tagliolese?

"Sarebbe bello. Certo, la squadra è molto giovane, con mister e diversi giocatori nuovi. Puntiamo a raccogliere più punti possibili e a valorizzare i ragazzi. In casa stiamo facendo bene (i 10 punti in sei gare sono arrivati tutti al “Duò” ndr) e veniamo da due successi di fila nei derby con Rovigo e Polesine Camerini, ma dobbiamo migliorare in trasferta".

Come si trova a Taglio di Po?

"Molto bene, è una società dalla dimensione famigliare che punta molto sui giovani. E mi piace dare loro una mano. Una volta finita la carriera, se ci sarà la possibilità, mi piacerebbe fare il patentino di allenatore ed entrare in società, vedremo".

Si ritirerà a fine campionato?

"Non lo so. La voglia di giocare c'è, ma bisogna fare i conti con l'età e la necessità di gestirsi. La testa dice di fare tante cose ma il fisico fatica. Non a caso, complici i cinque cambi, mister Longo mi fa alternare partenze da titolare e spezzoni. L'importante è farsi sempre trovare pronti".

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