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“Essere umili ma ambiziosi”

Il mister “Encio” Gregnanin parla degli obiettivi della sua Fiessese in questa stagione

“Essere umili ma ambiziosi”

L’ultima impresa, giusto mercoledì sera, non gli è riuscita: la sua Fiessese, infatti, ha solo sfiorato l'obiettivo di eliminare l’Union Vis, guidata del detentore della coppa Davide Pizzo, dal Trofeo Regione di Prima categoria, perdendo 1-0 in casa e finendo fuori dalla competizione. Ma mister Palmiro Gregnanin, 51 anni, per tutti “Encio”, ne vuole preparare molte altre. Magari, prima o poi, vincendo quel campionato che in panchina ancora gli manca, dopo una lunga e gloriosa carriera da calciatore che tra gli anni '90 e 2000 l’ha visto diventare una bandiera del calcio polesano e, in primis, del centrocampo dell'Adriese, senza dimenticare due annate in C2 con il Mestre. Ottenendo, peraltro, in oltre 20 anni di carriera, la bellezza di quattro promozioni.

Gregnanin, cominciamo dell'attualità.

"Mercoledì, nonostante la sconfitta, sono tornato a casa felice. Non meritavamo di perdere. L'Union Vis è una corazzata, ma ce la siamo giocata alla pari, sfiorando il gol e subendolo nel finale in un episodio. Pazienza".

Dopo la salvezza della scorsa stagione quali sono gli obiettivi della Fiessese 2023-24?

"Non è facile dirlo ora, dal momento che per noi questo è l'anno zero: abbiamo cambiato 11 giocatori, compresi tanti senatori, rimpiazzati da giovani. Giocoforza ci vuole tempo per amalgamare il tutto e, non a caso, in campionato siamo un po' in ritardo (1 punto dopo le prime due gare ndr), ma sono molto fiducioso. Dobbiamo essere umili ma ambiziosi. Del resto a Fiesso si sta benissimo, la società è seria e ci sono buone strutture. Insomma, è la piazza ideale per lavorare".

E lei, da giocatore, di piazze importanti ne ha viste tante: Rovigo, Adriese, Mestre, Chioggia, Este...

"Ho debuttato a Rovigo, la squadra della mia città, e dopo un triennio a San Martino sono passato all'Adriese, trascorrendo sette anni tra Eccellenza e D. Ancora oggi sono legatissimo ad Adria. Che soddisfazione poi il biennio in C2 a Mestre. Ma ricordo con gioia anche la D vinta a Thiene e l'Eccellenza conquistata ad Este. Da giocatore non ero un fenomeno, abbinavo più quantità alla qualità (anche se, in una stagione di D all'Adriese, realizzò ben 9 gol ndr), ma la determinazione e la voglia mi hanno permesso di frequentare categorie importanti".

Peraltro allenò anche l'Adriese, nell’Eccellenza 2014-15.

"Ero il vice di Fiorin, che si dimise a poche giornate dalla fine. Così presi in mano la squadra e arrivammo in semifinale dei playoff nazionali, perdendo ai rigori con la Fezzanese. Quanto mi sarebbe piaciuto portare l’Adriese in D quell’anno".

In panchina ha guidato pure Tagliolese, Boara Pisani, Bassa Padovana, Villa Estense e Destra Adige. Le piacerebbe allenare il Rovigo?

"Fare il profeta in patria è pericoloso. Certo, l'idea sarebbe affascinante e farei fatica a dire no, ma lo stesso varrebbe con l'Adriese, se Scantamburlo mi chiamasse per dare una mano. Sono piazze importanti, a cui sono affezionato".

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