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Rovigo, una vittoria scaccia crisi

Contro il Dolo tre punti d’oro in rimonta. La cura di mister Loro comincia a fare effetto

Rovigo, una vittoria scaccia crisi

Nell’ambito di una giornata avara di soddisfazioni per le nostre portacolori, è saltato all'occhio il successo del Rovigo, capace di ribaltare nel finale il Dolo Pianiga a domicilio (1-2) facendo proprio un match salvezza di importanza vitale. I biancazzurri, così, hanno spezzato l’emorragia dei due ko di fila e abbandonato l’ultimo posto in classifica, raggiungendo quota 12 punti. Sei dei quali conquistati da quando in panchina è stato promosso dalla Juniores mister Mario Loro: terzo allenatore del Rovigo in questa stagione dopo Prisco e Perinelli, il primo ad entrare nel cuore del gruppo biancazzurro.

Loro, a Dolo è arrivata una vittoria di platino.

“Sì, peraltro il Dolo era molto in salute. E, come spesso ci succede, siamo stati puniti alla prima occasione concessa. Bravi noi a reagire: non era facile nella nostra situazione, con il nostro pubblico spazientito. Ma quando sei solo bisogna tirare fuori tutte le risorse possibili e i ragazzi l’hanno fatto. Certo, è stato fondamentale recuperare Petrilli, senza dimenticare i vari Proto e Rubbi. Poi domenica rientrerà capitan Caso”.

A dicembre aprirà il mercato di riparazione: si aspetta qualcosa?

“Probabilmente qualche ritocco serve, ma senza stravolgere la rosa. Dopotutto questo è un gruppo che il direttore Bovolenta ha dovuto costruire da zero. Non era semplice. I ragazzi si dovevano conoscere, senza dimenticare i cambi di allenatore. Ma pian piano ci stiamo riassestando”.

Alla luce della ‘patata bollente’ ereditata, il suo bottino di 6 punti in 4 gare (di cui due con il vice Sagredin in panchina, a causa della squalifica di Loro ndr) non è affatto disprezzabile…

“Nella vittoria contro il Saonara e pure nel ko con l’Arcella, maturato al 94’, avevamo fatto bene. Sbagliato, invece, è stato l’approccio a Scardovari, dove pure avevamo reagito dopo lo svantaggio”.

Cosa rappresenta per lei allenare la squadra della sua città?

“Un onore. Ma un punto di partenza, più che un traguardo. Al di là dei valori tecnici o delle esperienze passate, il senso di appartenenza garantisce un valore aggiunto, un qualcosa in più”.

Qualcuno l’aveva definito “traghettatore”, ma sembra che la sua presenza in panchina abbia portato serenità ai giocatori.

“E’ stata una bella soddisfazione. I ragazzi mi hanno accettato subito e ho cercato di dare loro quella tranquillità che mancava. E che ancora manca in modo completo, vista la classifica”.

Domenica bisogna spezzare il digiuno di quattro ko di fila al ‘Gabrielli’, contro la Villafranchese ultima.

“Sarà una partita da tripla. Ma il gruppo c’è e la cosa mi dà carica. Speriamo che qualche episodio cominci a girarci nel verso giusto”.

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