Tiozzo spicca il volo tra i grandi

Un contratto da professionista. Con la Juventus. Ovvero il massimo per chi, fin da bambino, tira calci ad un pallone. Lui è Marco Tiozzo, classe 2008, di Porto Viro figlio di quel Matteo che è stato giocatore e che proprio con la maglia del Porto Viro ha vissuto la sua crescita calcistica, nei mitologici tempi del Cnd. Ed è a lui che chiediamo di svelarci le emozioni di un giorno che, per ovvi motivi, resterà indimenticabile.

Matteo, ci dici la prima cosa che ti viene in mente riavvolgendo il nastro?

“Ero contento, a livelli mostruosi. E poi, in un colpo solo, mi sono trovato assieme a gente come Gianluca Pessotto con il quale ho scherzato ricordandogli il famoso cucchiaio di Totti all’Olanda, Francesco Grabbi allenatore specializzato nel settore giovanile, Michele Sbravati che è il braccio destro di Cristiano Giuntoli e Francesco Facchinetti. Sì, il figlio di Roby dei Pooh che adesso fa il procuratore sia per i giocatori che per i cantanti”.

Il contratto dove è stato firmato?

“Nella sede della Juventus, a Vinovo”.

Ti va se ripercorriamo la carriera di Marco?

“Certo; ha iniziato intervallandosi tra il Pgs San Giusto e il Gsr Taglio di Donada, con i Piccoli Amici e i Primi Calci. Poi un anno al Lauretum, quattro alla Spal suddivisi fra Pulcini ed Esordienti, uno al Padova nei Giovanissimi Nazionali e poi c’è stato il trasferimento alla Juventus, dove ha iniziato con l’Under 15. Poi è passato all’Under 16 e adesso è nell’Under 17.

Il suo ruolo?

“Mah, lo definirei un tuttocampista; nel senso che sa adattarsi nelle varie zone del centrocampo. Che sia da trequartista o da mezzala. Se devo paragonarlo a qualche giocatore attuale dico Barella, Frattesi o Tonali”.

La passione per il pallone l’ha trasmessa papà Matteo?

“No, si è avvicinato da solo; non c’è stata nessuna pressione da parte mia. Anzi, quando ho smesso di giocare ero così saturo che le prime volte agli allenamenti lo portava mia moglie Serena. Poi ho capito che aveva delle qualità…

Altro che qualità, caro Matteo…

“Devo ammettere che è andato anche oltre le mie previsioni. Ma, a parte questo, lo vedo sempre un passo avanti, pienamente consapevole dei propri mezzi”.

Mi verrebbe da dire che papà Matteo, visto il suo passato, gli dia dei consigli. O sbaglio?

“No, perché ricevono già così tanti input che andrebbero a perdersi. Però non smetto di incoraggiarlo e gli dico di divertirsi il più possibile”.

A proposito…la scuola come va?

“Frequenta il secondo anno del liceo scientifico sportivo, vicino alla Continassa dove si allena la Juventus. Fa un po’ fatica, ma è anche vero che non regalano niente; il calcio è una cosa e la scuola è un’altra. E pretendono lo stesso impegno.

Domanda di una banalità sconcertante; immagino che lo seguirai tutte le volte che gioca, giusto?

“Non solo io; siamo una vera carovana. Mia moglie, sua sorella Giulia e i nonni”.

Impressioni del mondo Juventus?

“Stanno attenti a tutto e controllano tutto, direi in maniera fantascientifica. Addirittura alla sera hanno anche i medici, che vanno al convitto dove vivono, per controllare che i parametri siano sempre nella norma”.

Insomma Marco Tiozzo professionista.

“Adesso lo è diventato a tutti gli effetti, fino a giugno 2027, con opzione per altri due anni. Il prossimo passaggio sarà con la formazione Primavera, anche se dicono che potrebbe già avvenire nella stagione attuale, oltre ad essere nella Nazionale Under 17. Vedremo…”