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lo sport in lutto

“Sante, impossibile da sostituire”

“Situazione indescrivibile. La scorsa notte ho dormito male. Non so come faremo senza di lui”

“Sante, impossibile da sostituire”

In casa Adriese il “day after” la tragica scomparsa del direttore generale Sante Longato, avvenuta domenica pomeriggio a causa di un malore fulminante nella tribuna dello stadio “Della Ricca” di Carlino (Udine), dove era in corso il match di campionato tra i granata e i friulani del Cjarlins Muzane, è doloroso, lacerante.

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Longato era un simbolo vivente del calcio polesano e, in particolare, del club etrusco: gran parte dei suoi 72 anni, infatti, sono stati indissolubilmente legati ai colori granata. E vederlo andarsene così, in diretta e all’improvviso, tra lo strazio dei presenti, proprio mentre guardava le gesta della sua Adriese, ha rappresentato uno shock.

Longato era l’Adriese: prima da giocatore, agli albori degli anni ’70, promosso in D nel 1971-72 e semifinalista della Coppa Italia (traguardo che i granata, sotto la sua egida, raggiungeranno mezzo secolo dopo); poi da direttore sportivo, dai primi anni ’90, nei quali ha contribuito a ben cinque promozioni (1993-94, 1994-95, 2004-05, 2008-09 e 2015-16), tre delle quali in D. Senza dimenticare, in mezzo, le avventure a Chioggia (vincente, vedi l’Eccellenza 1998-99) e Rovigo, che hanno contribuito a farne apprezzare la figura anche fuori dai confini adriesi e non solo (basti pensare alle centinaia di messaggi di cordoglio sui social che sgorgano ininterrottamente da ogni parte d’Italia).

Nella stagione 2013-14, infatti, dopo alcuni anni di “esilio”, Longato fu richiamato dal presidente Luciano Scantamburlo, che aveva rilevato l’Adriese nel 2011 e che in quella stagione faticava in Eccellenza. Il ds seppe sempre utilizzare al meglio le risorse economiche fornitegli dal patron, diventando il “suo” uomo di calcio e costruendo le basi per una compagine granata stabilmente ai massimi livelli della D. Tanto che, dalla scorsa estate, Longato era diventato direttore generale del club, a testimonianza della sua importanza vitale sul piano manageriale negli equilibri societari di via Bettinazzi. “Sento che Sante mi manca già - le parole intrise di commozione di Scantamburlo - faccio le condoglianze alla famiglia e alle figlie. E’ una situazione che non so descrivere”.

Presidente, difficile trovare le parole.

“E’ stata una tragedia inaspettata. In un primo momento non mi ero accorto che si fosse sentito male Sante, pensavo fosse un tifoso. Non ero vicino a lui e c’era tanta gente in tribuna. Poi ho capito. E pensare che prima della partita abbiamo parlato, soprattutto dell’esordio del nuovo acquisto Gnago. Mi sembrava che stesse bene”.

Longato era il suo uomo di calcio.

“Lavoravamo insieme da tanti anni. Una vita. Mai un litigio, un’incomprensione. Ora Sante manca a me, all’Adriese e a tutti. Non me lo aspettavo, era molto più giovane di me, che ho 88 anni. Non ho parole. Mi aggiungo nel cordoglio a tutti coloro che gli volevano bene”.

Come farà per il futuro?

“Non ho ancora fatto mente locale su come potremo sostituirlo, sono in difficoltà e devo ancora metabolizzare. La scorsa notte ho dormito male. Alla mia età tutto questo pesa, Longato mi sostituiva in tante cose. In realtà Sante è insostituibile. Una grande perdita”.

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