VOCE
adria
03.12.2024 - 17:12
Col cuore gonfio di dolore per l’improvvisa e lacerante scomparsa dello storico direttore generale Sante Longato, l’Adriese ha ripreso ieri gli allenamenti al Bettinazzi.
Sì, proprio lo stadio che per decenni la leggenda granata ha calcato prima da giocatore e poi, soprattutto, da dirigente (tanto che qualcuno ha proposto di intitolargli la tribuna centrale) e per il quale stava lavorando assieme al sindaco Massimo Barbujani ad un progetto di ammodernamento, sarà il teatro quasi certamente venerdì alle 14.30 del funerale, davanti ad una folla che si annuncia di centinaia di persone.
Il feretro è arrivato ieri mattina ad Adria dall’obitorio di Latisana e da oggi sarà allestita la camera ardente nella casa funeraria Zanella. E domenica, sempre al Bettinazzi, i granata torneranno a giocare in campionato contro la Virtus Ciserano Bergamo, riprendendo un cammino interrotto drammaticamente domenica a Carlino al 26’ della ripresa (0-0 il risultato fino a quel momento contro il Cjarlins Muzane), il momento del malore fatale in tribuna da cui è conseguita la sospensione della partita.
Il tecnico Roberto Vecchiato e i giocatori hanno vissuto dal campo la tragedia e ora, dopo tante lacrime, cercheranno di ripartire. “Come Sante vorrebbe - dice un commosso Vecchiato - dobbiamo preparare la partita di domenica in una settimana che sarà per forza complicata. Abbiamo il dovere di allenarci bene, perché lui ora è un nostro grandissimo tifoso da lassù”.
Sulla panchina granata dal 2021, Vecchiato aveva costruito un legame profondo con Vecchiato. “Ho perso un dirigente e un carissimo amico - il suo ricordo - che in questi tre anni e mezzo mi ha fatto star bene ad Adria. Ho condiviso tantissimo tempo con lui, una persona di una generosità, ospitalità e altruismo che di rado si vedono in giro. Non l’ho mai visto polemico o di cattivo umore: non si lamentava mai di nulla, in un mondo in cui tutti si lamentano per sciocchezze, e trovava sempre le soluzioni ai problemi. Mi mancherà tantissimo".
"Quella di domenica è una giornata che non si potrà mai dimenticare, abbiamo visto con i nostri occhi la morte di un amico: una cosa assurda, difficile da immaginare. Avverto un grande vuoto, una tristezza infinita. Era una persona stimatissima, tanti in queste ore mi hanno chiamato. Gli dicevo sempre che era impossibile fare due passi ad Adria con lui, chiunque lo fermava di continuo e ridevamo molto di questo. Come ripartire? In società c’è un gruppo di lavoro formato da persone oneste e sane. Siamo molto legati a livello affettivo tra noi e questa sarà una spinta in più”, la chiusura di Vecchiato.
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