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La Robur San Francesco è eterna

La grande rimpatriata

La Robur San Francesco è eterna

Nei giorni scorsi si è tenuta una simpatica rimpatriata dei calciatori della Robur San Francesco, la storica squadra che negli anni sessanta ha partecipato nei campionati di calcio Csi per poi confluire alla fondazione nel 1965 dell’Unione Sportiva Due Torri Rovigo.

Erano i tempi in cui il calcio giovanile viveva all’ombra dei campanili, sui campi degli oratori parrocchiali. Era così anche a Rovigo dove il Duomo, San Bortolo, la Commenda, San Francesco avevano le proprie squadre che militavano nei campionati del Csi sotto l’ombrello del mondo cattolico. Questi ragazzi giocavano a calcio fino a 18 anni, dopodiché il settore giovanile parrocchiale si fermava e i più bravi venivano tesserati dalle squadre che militavano nelle varie categorie della Figc. Le classi del dopoguerra, 1946, 1947, 1949 e oltre, avevano sfornato alcuni giocatori nelle varie squadre del Duomo, San Francesco e via dicendo che giocavano bene ed era un peccato, per vari motivi, non coltivarli nel seguito. Così nacque l’idea di fondare una nuova società sportiva a Rovigo, diversa dal Calcio Rovigo che militava in serie superiori, a cui fu dato il nome “Due Torri”. Fra i soci fondatori Domenico Vettori, Mario Gasparetto, Mario Polli e Bruno Osti presidente della Polisportiva Robur S. Francesco.

E l’altra sera su iniziativa di Bruno Osti si è tenuta una simpatica rimpatriata dei calciatori della storica Robur San Francesco, e alla convocazione del presidente-allenatore hanno risposto Aurelio Terrestri, Bruno Ziche, coach Bruno Osti, Vito Scarpati, Guido Santato (il portiere, che nella sua vita ha conosciuto di persona Pier Paolo Pasolini, ndr), Francesco Bellinello, Mario Munari, Gianni Saccardin, Aldo Boniolo e Sergio Braghin per trascorrere una serata ricca di aneddoti e vecchi ricordi che però sono ancora molto vivi.

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