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Province, "I tagli ai bilanci sono una minaccia a servizi e sicurezza"

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Due miliardi in due anni, questa la cifra dirottata dalle casse delle Province a quelle dello Stato. A farne le spese i cittadini. La situazione descritta dai presidenti del Centro Italia riuniti a Pescara.
I bilanci delle Province si fanno sempre più critici: negli ultimi due anni, infatti, due miliardi di euro sarebbero stati dirottati dai territori locali alle casse dello stato. Una scelta che ha messo a repentaglio molti servizi destinati ai cittadini.



A tracciare il quadro di una situazione tanto delicata quanto allarmante sono i presidenti del Centro Italia che lo scorso fine settimana hanno incontrato a Pescara il presidente dell'Upi (Unione delle Province d'Italia)
Achille Variati. Ma preoccupazione e malcontento affliggono anche tutti gli altri amministratori.



Nel 2016 la differenza tra entrate e uscite è stata pari a meno di 571 milioni, una cifra che è mancata alle province e a farne le spese sono i servizi ai cittadini come per esempio la manutenzione delle strade. Secondo i dati ufficiali, infatti, in Italia si spendono 103mila euro a chilometro per le autostrade, 22mila per le strade statali e solo 6mila euro al chilometro per le regionali e provinciali.



La legge di bilancio del 2017 avrebbe dovuto risolvere queste storture, ma l'accelerazione dovuta alla crisi di governo non ha permesso di intervenire.
“Da tre anni alle Province non è permesso fare alcuna programmazione – hanno concluso i presidenti riuniti a Pescara - ci muoviamo nell’emergenza e riusciamo ad approvare i bilanci praticamente alla fine dell’anno e non è una situazione degna di una istituzione della Repubblica cui sono assegnati servizi essenziali per i cittadini”.



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