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Referendum autonomia, Zaia incontra i presidenti delle Province

Un appoggio forse inatteso - Il video

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Il video. Il governatore e i presidenti delle Province pensano già al dopo 22 ottobre, a come intavolare la trattativa con il governo. Il "Sì" del sindaco di Vicenza, ed esponente del Pd, Achille Variati.

Adesione Province from La voce di Rovigo on Vimeo.



Avviare un percorso comune sulla visione strategica regionale, sull’effettivo e possibile concorso delle autonomie locali, prima e dopo il referendum sull’autonomia del Veneto, e condividere le azioni istituzionali da realizzare congiuntamente, per conseguire l’auspicata maggiore autonomia amministrativa, organizzativa e finanziaria nel confronto con il Governo.



E’ quanto hanno concordato il presidente della Regione e i presidenti delle Province del Veneto, partendo dalla premessa condivisa oggi a Palazzo Balbi che si tratta di un processo che riguarda tutti i veneti.



Erano presenti Enoch Soranzo (Padova) che è anche presidente dell’UPI Veneto, Achille Variati (Vicenza) presidente dell’UPI nazionale, Roberto Padrin (Belluno), Marco Trombini (Rovigo), Stefano Marcon (Treviso), Antonio Pastorello (Verona).



“Nel pieno rispetto istituzionale – ha detto il presidente della Regione – le Province, in piena coscienza, hanno deciso di avviare un percorso con la Regione su questa partita. Ho accolto la richiesta perché le porte della Regione sono aperte a tutti”.



"Qualora si avviasse una trattativa col Governo, apriremo un tavolo con le autonomie locali, che avrà carattere permanente. Dovremo definire che modello di Regione vogliamo con tutta l’autonomia che riusciremo ad ottenere e che dovrà essere gestita dai territori. Non vogliamo sostituire al centralismo statale un neocentralismo regionale”


“Appoggiare l’idea della consultazione – ha concluso dal canto suo il presidente della provincia (e sindaco) di Vicenza, Achille Variati – significa andare verso la riscrittura del sistema delle autonomie perché vogliamo fare meglio e a costi inferiori, senza chiedere allo Stato un euro in più rispetto a quanto i costi standard prevedono per le funzioni che saranno affidate dalla Regione”.
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