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Arpav conferma: ancora sostanze radioattive nell'aria

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Tracce di Rutenio 106 (sostanza altamente radioattiva) sono state rilevate dalle centraline in tutto il Veneto. L'Agenzia rassicura: la quantità è in calo e non rappresenta un pericolo per la salute.
Arpav, con il comunicato emesso nel primo pomeriggio di oggi (giovedì 5 ottobre) conferma la presenza nell'aria delle tracce di sostanze radioattive, già rilevate dalle centraline a partire dallo scorso fine settimana ([url"Leggi l'articolo"]https://www.polesine24.it/Detail_News_Display/Veneto/arpav-rilevate-nell-aria-concentrazioni-di-radioattivita[/url]).



Le stazioni di controllo della radioattività in aria delle sedi di Verona, Vicenza e Belluno di Arpav (le uniche abilitate a rilevare la presenza di particelle radioattive, e il cui responso è valido per tutto il territorio regionale Ndr) hanno registrato nei giorni scorsi, nella loro attività di campionamento del particolato atmosferico, tracce del radionuclide Ru-106.


Questa presenza - si legge nella nota - è stata confermata anche nel campione raccolto tra il 4 e il 5 ottobre, con valori che tuttavia risultano inferiori a quelli dei giorni precedenti.


La presenza di Ru-106 in aria è stata evidenziata anche da altri laboratori del nord Italia e di alcuni Paesi europei quali Austria e Svizzera.


I livelli documentati, come già ribadito, sono estremamente bassi e non destano alcuna preoccupazione sotto il profilo sanitario e ambientale.


Arpav nel prosieguo della propria attività di monitoraggio fornirà un aggiornamento della situazione all’inizio della prossima settimana, salvo eventuali significative variazioni dei dati che verranno prontamente comunicate.


L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) e gli omologhi referenti europei stanno cercando di identificare l'origine del fenomeno.

Al di là del linguaggio tecnico, è evidente che da qualche parte (probabilmente nel Nord Europa o in un Paese dell'Est) si è verificata una qualche forma di fuga di materiale radioattivo, i cui effetti stanno ora arrivando anche sulla Pianura Padana, per quanto in forma molto moderata.

Una presenza, quella del radionuclide Ru-106 (ovvero Rutenio 106), che è in ogni caso da tenere strettamente monitorata, trattandosi - per fare un esempio - di una sostanza ad alto tasso di radioattività.
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