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SINDACATO CGIL

"Prodotti agricoli, stop alla corsa al ribasso"

Varata la nuova legge, la soddisfazione di Mauro Baldi, di Flai Cgil

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"Per parlare di buona agricoltura, negli ultimi decenni abbiamo sempre dovuto osservare le dinamiche e le pressioni che i soggetti più grandi hanno esercitato sui più piccoli e deboli della filiera agroalimentare". Comincia così l'analisi di Mauro Baldi, segretario provinciale di Flai Cgil, la sigla che segue il settore primario.

"Le pesanti condizioni che la grande distribuzione organizzata ha imposto ed impone tutt’oggi ai fornitori - prosegue la comunicazione - sono infatti state oggetto negli ultimi anni di una direttiva europea denominata direttiva 'pratiche sleali' che ha avuto l’obiettivo di delineare un quadro di riferimento comune a tutti gli Stati membri che erano chiamati a recepirla. Solo in questi giorni ciò è avvenuto nel nostro Paese ed è per questo motivo che la Flai Cgil di Rovigo esprime grande soddisfazione per l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del Decreto legislativo che attua la Direttiva Europea in materia di pratiche commerciali sleali nella filiera agricola e alimentare, in cui è inserito il divieto della vendita di prodotti attraverso il ricorso a gare e aste al ribasso".

"Flai Cgil - prosegue la comunicazione - ritiene che il recepimento da parte dell’Italia sia stato un atto di civiltà verso tutte le aziende agricole e tutte le lavoratrici e lavoratori occupati in agricoltura, un settore strategico anche del nostro territorio. Da anni come sindacato abbiamo portato avanti una battaglia per dire no ad una pratica che finiva per creare danni a tutti gli attori della filiera, con ripercussioni molto pesanti nei confronti di aziende e lavoratrici e lavoratori che da sempre sono l’anello più debole della catena".

"Pertanto da oggi con questa legge sarà possibile porre un argine a questa pratica, perché finalmente è stato messo un tassello fondamentale per riportare equilibrio nei rapporti tra lavoratori e produttori, industrie di trasformazione e grande distribuzione. Finalmente la speranza è che un prezzo del prodotto giusto dovrà mantenere il rispetto dei contratti, la qualità del lavoro e la qualità del prodotto stesso. Un percorso che inevitabilmente dovrà recuperare, attraverso la contrattazione, ciò che tale pratica ha prodotto, dal restringimento economico delle aziende all’abbassamento del salario di lavoratrici e lavoratori, siano essi italiani, europei o extraeuropei, una riduzione riscontrata negli anni anche in Polesine".

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