VOCE
L'APPELLO
18.11.2021 - 13:39
"Il ministero della Salute ha vietato l’uso di numerosi volatili come richiami vivi nelle zone dove sono scoppiati i focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità. Perché nell’ordinanza della Regione non c’è alcun riferimento a questo divieto?”. A chiederlo è Andrea Zanoni, consigliere del Pd a Palazzo Ferro Fini e primo firmatario di un’interrogazione sottoscritta dalle colleghe dem Anna Maria Bigon e Francesca Zottis, da Cristina Guarda di Europa Verde e dal portavoce dell’opposizione Arturo Lorenzoni.
“La nota del ministero è del 22 ottobre e nel giro di un mese i focolai si sono moltiplicati: una sessantina nel Veronese e un paio a Padova quelli finora identificati, con centinaia di migliaia di animali da abbattere e danni milionari. È assai probabile che la via utilizzata dal virus per entrare negli allevamenti, possa essere il contatto indiretto con l’avifauna selvatica, per cui è una misura ministeriale è il minimo indispensabile”.
“Le province di Verona e Padova, insieme a Venezia, Rovigo e a metà di quella di Vicenza rientrano nelle Zone A e B definite nell’Accordo Stato Regioni del 2019, dove è stato disposto il divieto di utilizzo come richiami vivi dei volatili appartenenti agli ordini degli Anseriformi e Caradriformi. Di ciò però non troviamo alcuna traccia nell’ordinanza di Palazzo Balbi del 27 ottobre con cui ampliava le misure restrittive già previste. Come mai una dimenticanza così importante? Esiste o è stato avviato un censimento regionale dei soggetti che utilizzano questo tipo di richiami vivi?”, domanda Zanoni. “Secondo il ministero della Salute dallo scorso inverno sono stati individuati circa 4mila focolai ad alta patogenicità in tutta Europa e siamo di fronte ad una delle più grandi epidemie di aviaria mai verificatesi nel Vecchio continente, con il coinvolgimento di numerosi allevamenti avicoli; innalzare la guardia a 360 gradi rafforzando anche la prevenzione, crediamo sia doveroso”.
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